Incidente Hayden: andare in bici è più pericoloso che correre in moto

Incidente Hayden: andare in bici è più pericoloso che correre in moto

Il paradossale incidente in bici di Nicky Hayden, campione del mondo di motociclismo, rimette in discussione la sicurezza dei ciclisti sulle strade delle nostre cittàTra motociclisti e ciclisti c’è un rapporto di odio-amore e sono tantissimi quelli che praticano tutti e due gli sport, ma tra un mostro da 200CV e una bicicletta a pedali, […]

18 Maggio 2017 - 00:00

Il paradossale incidente in bici di Nicky Hayden, campione del mondo di motociclismo, rimette in discussione la sicurezza dei ciclisti sulle strade delle nostre città
Tra motociclisti e ciclisti c’è un rapporto di odio-amore e sono tantissimi quelli che praticano tutti e due gli sport, ma tra un mostro da 200CV e una bicicletta a pedali, paradossalmente è la seconda ad essere più pericolosa

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Aggiornamento 22 Maggio
Dopo 5 giorni di coma, Nicky Haiden ci ha lasciati a causa delle lesioni conseguenti all’incidente in bici del 17 Maggio. Nelle ultime ore è spuntato un video ripreso dalle telecamere di una abitazione privata, che confermerebbe la versione dell’automobilista: fatale per Kentucky Kid lo stop non rispettato e forse un iPod che lo avrebbe distratto. Immediato il cordoglio di tutto mondo del motociclismo, per la scomparsa di uno dei suoi grandi protagonisti.

  • I fatti

Mentre gli accertamenti delle responsabilità sono ancora in corso, i fatti appaiono già chiari: Hayden percorreva in bici Ca’  Raffaelli, nel comune di Misano Adriatico, quando all’incrocio con via Tavoleto è stato centrato da un lato da una auto. L’impatto ha spaccato in due la bici da corsa e persino danneggiato gravemente l’auto. I soccorsi sono stati immediati, ma le condizioni sono apparse subito gravi. E’ mai possibile che andare in bici sia davvero più pericoloso di correre e vincere a 300Km/h?

  • Italia nemica delle bici?

Moda, necessità, salute, sono tante le motivazioni degli italiani in sella, ma il sistema paese non sembra in grado di gestire la situazione, se succedono in media 45 incidenti di bici al giorno e muore un ciclista ogni 35 ore. Una vera e propria strage della quale non parla nessuno. Di chi è la colpa? Sicuramente delle infrastrutture, che sono all’anno zero. Ma molto anche del tipico automobilista italiano, un nemico che noi biker già conosciamo come distratto, imprudente ed attaccato al telefonino, ma sopratutto completamente disabituato alla presenza delle biciclette. Infine, i ciclisti non se la prendano a a male, ci sono anche tanti di loro che ignorano allegramente il codice della strada sulla quale circolano. In definitiva, signori, l’Italia ha bisogno di un cambio di marcia da parte di tutti, per cominciare ad integrare il ciclismo nella viabilità ordinaria.

  • Nicky

Hayden è un ragazzo del 1981, che ha iniziato con le gare di Flat Track per poi passare alla AMA (la SBK americana) dopo un 2002 in Superbike è stato arruolato in MotoGP, dove ha corso dal 2003 al 2016 vincendo il mondiale nel 2006. Nel 2016 arriva infine il ritorno alle derivate di serie, dove era atteso come il messia destinato a risollevare le sorti della Honda. Adesso la sua carriera è ad un bivio? Sicuro, ma non vogliamo la retorica della “gara più difficile” e lasciamo la parola a Valentino Rossi, amico ed ex compagno di Hayden.

“Nicky è uno dei migliori amici che ho avuto nel paddock.siamo stati compagni di squadra con la Honda nel suo anno da rookie, il 2003, quando era un giovane debuttante alla prima esperienza europea.quella stagione si chiuse con il mondiale per me e con il suo primo podio a Phillip Island.dopo qualche anno abbiamo lottato uno contro l’altro per il mondiale 2006 fino all’ultima gara e alla fine,purtroppo per me,mi ha battuto ed è diventato il campione del mondo della MotoGP.dopo la gara ci siamo dati la mano e ci siamo abbracciati.in seguito siamo stati ancora compagni di squadra nei difficili anni della Ducati,quando parecchie volte abbiamo lottato all’ultimo sangue,magari per conquistare l’ultimo posto nella top five. Nicky veniva spesso al Ranch,dove era sempre uno spettacolo vederlo e cercare di carpire qualche segreto battagliandoci insieme,perché lui è uno dei più veloci “flattisti” del mondo e prima di passare all’asfalto ha vinto le più importanti gare di Flat Track americano come il Peoria TT.
Il più bel ricordo che ho di lui però è quando è venuto a darmi la mano dopo la sfortunata gara di Valencia 2015,durante il giro d’onore.per lui era l’addio alla MotoGP,io avevo appena perso il mondiale.il suo sguardo di supporto dentro il casco è uno dei pochi ricordi positivi che ho di quel giorno.Forza Nicky, siamo tutti con te.”
VR46

AGGIORNAMENTO del  ALLE 17:30 – Segue una dichiarazione sulle condizioni di Nicky emessa dall’ospedale Maurizio Bufalini di Cesena: “Le condizioni di Nicky Hayden restano estremamente critiche. Il giovane pilota, che si trova ancora nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Bufalini di Cesena, ha sofferto un serio politrauma con conseguenti seri danni cerebrali. La prognosi rimane riservata.”
questo è lo scarno comunicato dell‘ospedale Bufalini, specializzato in traumatologia, dove il campione sta lottando tra la vita e la morte a causa di un grave incidente accaduto mentre si allenava in bici su una strada aperta al traffico, a pochi giorni dalla morte del campione di ciclismo Michele Scarponi. A Kentucky Kid ed alla sua famiglia va il tifo della redazione di Sicurmoto.

 

 

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