Yamaha YS 125, la prima di una nuova specie?

Yamaha YS 125, la prima di una nuova specie?

Il programma Urban Mobility di Yamaha punta a creare una gamma di veicoli pensati per l’utilizzo cittadino. Finora si trattava di scooter, ma la nuova YS 125 apre le porte ad un’utenza più ampia L’esigenza di muoversi all’interno della città è molto particolare e nel suo piccolo richiede mezzi specializzati. Si tratta di veicoli agili, […]

24 Febbraio 2017 - 00:00

Il programma Urban Mobility di Yamaha punta a creare una gamma di veicoli pensati per l’utilizzo cittadino. Finora si trattava di scooter, ma la nuova YS 125 apre le porte ad un’utenza più ampia
L’esigenza di muoversi all’interno della città è molto particolare e nel suo piccolo richiede mezzi specializzati. Si tratta di veicoli agili, leggeri, comodi ed economici nei costi di acquisto e gestione. In cambio si deve rinunciare a qualche sofisticazione tecnologica ed a prestazioni elevate, che sulle strade affollate e disastrate delle nostre città sarebbero persino pericolose. Yamaha ha centrato l’obbiettivo? Si, ma con qualche eccesso di zelo.

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  • Ma che sorpresa!

Febbraio non è il periodo abituale  per il lancio di nuove moto, quindi questa nuova Yamaha giunge come un (piccolo) fulmine a ciel sereno. Sostituisce la YBR 125 che, pur senza essere mai una best seller, ha venduto 150.000 esemplari dal 2007 ad oggi. Il rinnovamento quindi era d’obbligo, anche con un occhio alle economie emergenti, dove il 125 equivale alla media cilindrata ed una moto di successo può vendere cifre da capogiro.

  • Un abito tutto nuovo


Esteticamente, la YS 125 eredita solo i cerchi dalla YBR, ma il resto è tutto nuovo: una carrozzeria attillata e spigolosa, dinamica con il faro a punta, i fianchetti affilati in avanti e la coda in alto.  Gli accoppiamenti cromatici ed alcuni dettagli come il cruscotto analogico-digitale e le maniglie passeggero separate e parallele alla sella, sono più da moto europea che indiana o sudamerica. Tecnica, ma strana, la scelta delle ruote da 18 pollici, che pur essendo di grande aiuto per affrontare l’asfalto sconnesso, nella vista complessiva fanno sembrare la moto più piccola.

  • Un piccolo motore

Il monocilindrico raffreddato ad aria non punta a farvi venire i brividi per le prestazioni: ha una potenza dichiarata di 10 CV, inferiore persino al limite della legge per questa categoria di moto, che si possono guidare con la patente A e potrebbero erogare fino a 14 CV. Chi la comprerà però lo farà per i consumi, che restano intorno ai 21 Km/l anche nel traffico di Calcutta.  In più rispetto alla 125 precedente (ed a gran parte della concorrenza) la piccola Yamaha monta un impianto ad iniezione, indispensabile per raggiungere l‘omologazione Euro4.

  • Freni al curry

L‘impianto ABS non è obbligatorio su questi veicoli ed Yamaha decide di farne a meno, sostituendolo con lo Unified Braking System, cioè la frenata integrale made in Iwata. Avrebbero potuto fare un piccolo sforzo, ma il tamburo posteriore ed il piccolo disco anteriore possono comunque frenare bene  129Kg della moto. Va preso in considerazione anche lo stile di guida dei paesi in via di sviluppo dove, dovendo circolare spesso su strade non asfaltate, i motociclisti hanno più bisogno di modulabilità che di potenza frenante pura. Probabilmente sono stati pensati per questo utilizzo anche i lunghissimi ammortizzatori posteriori.

 

  • Un successo annunciato… o no?

La YS 125 sarà nelle concessionarie da metà del mese prossimo, ad un prezzo di listino di soli 2790 €. Capiamo l’esigenza di contenere i costi, ma un impianto frenante più moderno e qualche cavalluccio in più non crediamo che avrebbero inciso troppo. Qualcuno apprezzerà  la concretezza della piccola Yamaha, ma a questo punto l’esigente mercato italiano non ci sembra il riferimento principale per la moto giapponese che invece, con le sue linee aggressive ed il marchio prestigioso, può essere l’oggetto del desiderio per i bikers di tutto il sud del mondo.

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