Bollo moto 2026: novità su scadenze, fermo e vendita usato

Bollo moto 2026: novità su scadenze, fermo e vendita usato

Il bollo moto in Italia subirà cambiamenti nel 2026. Ecco cosa sapere sulle nuove scadenze e sulle novità di gestione della tassa

 

Il bollo moto in Italia subirà cambiamenti nel 2026. Ecco cosa sapere sulle nuove scadenze e sulle novità di gestione della tassa

16 Luglio 2025 - 17:30

Nel 2026 in Italia il bollo moto (così come il bollo auto) subirà importanti modifiche sui termini di pagamento e gestione del tassa sul possesso del veicolo. Contenuto nello ‘Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale regionale‘, trasmesso dal parlamento alle Camere il mese scorso e su cui Camera e Senato sono chiamati a esprimersi a breve, il nuovo sistema mira a semplificare le procedure, uniformare le scadenze e combattere l’elusione fiscale per le imprese.

BOLLO MOTO 2026: PAGAMENTI E SCADENZE UNIFORMATE

Una delle principali innovazioni riguarda la scomparsa del sistema di calcolo del primo bollo, oggi impostato su una durata compresa tra 9 e 12 mesi per raccordarsi alle scadenze fisse che per i motoveicoli sono quelle di gennaio e di luglio. Invece, se passeranno le nuove modifiche, la prima tassa si pagherà ovunque per 12 mesi a partire da quello di immatricolazione, come già da anni accade in Piemonte e in Lombardia. Ovviamente, le moto in circolazione la cui scadenza deriva dalla vecchia norma manterranno la periodicità attuale. Questo cambiamento punta a semplificare la gestione del bollo, rendendo le scadenze più chiare e uniformi a livello nazionale.

Tuttavia, le Regioni avranno la possibilità di prevedere un pagamento quadrimestrale, a decorrere dal mese di immatricolazione, per le tipologie di veicoli individuate dalle stesse regioni.

Prevista inoltre una novità sul termine per il primo pagamento del bollo moto, che sarà sempre fissato all’ultimo giorno del mese successivo a quello di immatricolazione (adesso è così solo se l’immatricolazione avviene nell’ultima decade del mese). Per le successive scadenze, il nuovo D.lgs. fissa il termine di pagamento all’ultimo giorno del mese in cui il veicolo risulta essere stato immatricolato.

FERMO AMMINISTRATIVO E NORME ANTI-ELUSIONE

Sempre dal 1° gennaio 2026, se tutto sarà confermato, la tassa sul possesso della moto sarà dovuta anche nel caso di fermo amministrativo di natura fiscale del veicolo disposto dall’Agenzia della riscossione o dai soggetti ai quali l’ente territoriale ha affidato il servizio di riscossione del tributo.

Saranno inoltre introdotte norme anti-elusione per le imprese, al fine di impedire l’indicazione di sedi di comodo per il pagamento del bollo (cioè regioni dove costa meno). In pratica, si farà riferimento alla sede legale del soggetto passivo del tributo o, comunque, a quella in cui avviene la gestione ordinaria in via principale del tributo. Nel caso di persone giuridiche con sede legale all’estero e più sedi secondarie in Italia, la competenza e il gettito del bollo saranno determinati in base alla sede secondaria italiana in cui vengono compiuti gli atti di gestione ordinaria in via principale, norma pensata soprattutto per contrastare la pratica di esterovestizione delle società del noleggio.

Pagamento bollo

NUOVO ARCHIVIO NAZIONALE E COMMERCIO DELL’USATO

Altre novità riguardano la semplificazione per chi opera nel commercio di motoveicoli usati. La cessione di motoveicoli effettuata nei confronti di soggetti che ne fanno professionalmente commercio determinerà l’interruzione dell’obbligo del pagamento del bollo moto solo nel caso in cui venga trascritta al Pubblico Registro Automobilistico (PRA). La comunicazione potrà avvenire entro 60 giorni e scomparirà l’obbligo di compilazione dell’elenco quadrimestrale con i dettagli dei proprietari del veicolo e del contratto di vendita, alleggerendo così l’onere burocratico per gli operatori del settore e per lo stesso PRA.

Prevista infine la creazione di un Archivio nazionale delle tasse automobilistiche o ANTA, gestito dal PRA che a sua volta è gestito dall’ACI. Secondo lo schema di decreto sarà proprio il PRA a garantire la completa integrazione e il coordinamento informatico tra il nuovo ANTA e gli archivi dei singoli enti impositori, sulla base degli indirizzi annualmente approvati dal comitato interregionale di gestione dell’archivio nazionale delle tasse automobilistiche.

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