La crisi delle moto lascia a piedi i motociclisti, inutili anche gli incentivi statali

La crisi delle moto lascia a piedi i motociclisti, inutili anche gli incentivi statali

Colpa della crisi globale o di una presa di coscienza collettiva? I dati sono chiarissimi: le prenotazioni per gli incentivi all’acquisto di nuove motociclette (novembre 2010) sono terminati con risultati molto deludenti. Di 110 milioni di contributi statali previsti per i concessionari italiani, sono state fatte richieste per solo 4 milioni*. Complice sicuramente anche il […]

23 Novembre 2010 - 00:00

Colpa della crisi globale o di una presa di coscienza collettiva?

I dati sono chiarissimi: le prenotazioni per gli incentivi all’acquisto di nuove motociclette (novembre 2010) sono terminati con risultati molto deludenti. Di 110 milioni di contributi statali previsti per i concessionari italiani, sono state fatte richieste per solo 4 milioni*. Complice sicuramente anche il periodo pre-invernale, ma i motivi reali sono ben altri.

Il sentore comune è che sia colpa della crisi finanziaria globale: la solita crisi, insomma. Tuttavia non bisogna farsi ingannare dalla superficialità, ci sono altri motivi a rendere “critica” la situazione del mercato delle due ruote. moreInnanzitutto i ritardi statali nell’effettuare il rimborso ai concessionari. Lo sconto sul veicolo in fase di acquisto viene concesso a fronte di un rimborso che però arriva dopo. Alcuni concessionari non hanno ancora ricevuto i soldi dallo stato per i precedenti incentivi di marzo 2010; non possiamo che concordare con la loro scelta di non aderire all’iniziativa odierna. In alcuni casi il ricavato della vendita si avvicina al rimborso statale (quando arriva), però le tasse vanno pagate subito.

* i dati sono relativi alle sole prenotazioni per le sole motociclette. Gli incentivi prevedevano altre categorie di acquisti.

  • Le ragioni della crisi motociclistica


Sono ben altre le ragioni che spingono gli italiani a tenersi stretta la loro “vecchia” moto o (purtroppo) a non comprarla. La crisi globale fa solo da “sfondo” a una situazione che rischia di mettere in ginocchio i produttori e i distributori di motociclette. Se facciamo un esame di coscienza possiamo ammettere senza timore che, nella maggioranza dei casi, la moto è un piccolo lusso. Indispensabile per lavorare -di norma- è l’automobile. Per alcuni l’uso della moto è irrinunciabile per svincolarsi nel traffico, ma in periodi di crisi ci si può sacrificare usando un mezzo pubblico. Quando si ha paura di perdere il lavoro (o uno dei salariati in famiglia lo ha già perso): si taglia sulle cose non indispensabili… anche se farebbero la felicità. Con lo stomaco vuoto è difficile essere contenti. Pensiamo anche a chi non usa la moto per paura di un piccolo infortunio che, costringendolo a casa, comporterebbe un probabile pretesto per farsi licenziare dal lavoro. Diversa la situazione per chi usa la moto come unico mezzo di trasporto, ma questo è un discorso a parte.

  • I costi delle assicurazioni


I salassi assicurativi a cui sono sottoposti i motociclisti (di ogni genere) sono arrivati a livelli intollerabili. Questo se vogliamo, anche a causa della crisi, può essere considerato uno dei motivi principali per non comprare una moto. Le cifre oscillano da compagnia a compagnia, ma la certezza generale è che si spenderà troppo. Certo se il costo dell’assicurazione lo decidesse il motociclista si aggirerebbe attorno ai 23 centesimi annui, ma chiedere 300 euro per assicurare un mezzo con cui si percorrono poche migliaia (in alcuni casi centinaia) di chilometri all’anno è troppo. La procedura di sospensione dell’assicurazione nel periodo invernale è poi un motivo di risparmio sul totale, ma generalmente alza il costo relativo.

A questo proposito bisogna anche rilevare che in Italia i costi delle assicurazioni lievitano anche a causa dell’(inutile) usanza a comprare solo bolidi da -minimo- 100 cavalli di potenza. Le moto da esposizione al bar, le chiamano dalle mie parti. Il primo acquisto di un neofita spesso è un modello con 4 “R” finali (“R” sta per “Racing”). Ovvio che assicurare un proiettile da 260 Km/h costi più che una più tranquilla 500cc (In Italia si fatica a trovarla in vendita una moto sotto i 600cc, ndr).

  • Mancano le reali innovazioni (?)

Quantomeno quelle accessibili. Il popolo dei centauri ha la sensazione che non ci sia nulla di veramente nuovo sul mercato. Tante sono le proposte, ma spesso indirizzate solo a un pubblico di soli espertissimi (o ricchi). Nel campo dell’abbigliamento si sta facendo molto e non mancherà occasione per compare una nuova giacca omologata o con airbag, ma le moto? Euro 2 o 3 ai motociclisti, in realtà, poco importa. Sarebbe utile che facessero 60 km con un litro di benzina, che avessero l’airbag frontale integrato o che gli scooter da città fossero completamente elettrici senza per forza costare come un SUV.

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