Altroconsumo: alcuni caschi “jet” non passano i nuovi test di Sicurezza!

Altroconsumo: alcuni caschi “jet” non passano i nuovi test di Sicurezza!

Ci risiamo, nuovi Test di Sicurezza sui caschi con risultati negativi. Non tutti, certo, ma quanto basta per essere piuttosto, anzi diremmo molto pensierosi. L’ultimo test di Altroconsumo (2010) sui caschi da moto tipo jet boccia ben 8 modelli su 15. A Novembre scorso ci eravamo già occupati della questione, riportando dei altri test effettuati […]

7 Febbraio 2010 - 00:00

Ci risiamo, nuovi Test di Sicurezza sui caschi con risultati negativi. Non tutti, certo, ma quanto basta per essere piuttosto, anzi diremmo molto pensierosi. L’ultimo test di Altroconsumo
(2010) sui caschi da moto tipo jet boccia ben 8 modelli su 15.

A Novembre scorso ci eravamo già occupati
della questione, riportando dei altri test effettuati per conto della rivista Altroconsumo, sia nel 2004 che nel 2009, su caschi integrali che non avevano superato le varie prove di Sicurezza, nonostante fossero omologati, sfoggiando tanto di etichetta CE (quella che ci si raccomanda sempre di controllare che ci sia!).

Le ultime prove di laboratorio sono state eseguite sui caschi Jet, quindi senza mentoniera, tipicamente utilizzati dagli utenti degli scooter e/o per lo più in città.more

  • Una breve precisazione sui caschi “jet”

Generalmente, raccomandiamo di usare sempre il casco integrale, che è l’unico che “ci salva la faccia” in caso d’incidente. Spesso è davvero l’unico vero strumento di sopravvivenza del Motociclista coinvolto in incidente stradale. Il casco integrale resta quindi assolutamente da preferire ai più leggeri (sì), comodi (spesso), più “portatili” caschi di tipo aperto (Jet).

  • Tornando all’esito dei Test:

test visiera altrocomsumo
Questi caschi jet, comunque la si pensi sul loro uso, sono omologabili allo stesso modo di quelli integrali, quindi devono corrispondere determinati parametri e superare numerosi crash test e prove d’impatto e scalzamento.
Tali Omologazioni sono disciplinate a livello europeo. A queste norme affidiamo la nostra salute e in particolare la nostra scatola cranica. Spesso acquistiamo dei Marchi famosi, proprio perché dovrebbero essere “garanzia” di qualità e sicurezza. Poi impariamo, da test privati, che non sempre ciò corrisponde a verità. Oppure che non sempre il costo e la fama determinano l’acquisto migliore.

Ma soprattutto, dopo il danno anche la beffa, apprendiamo che il celebrato marchietto CE (ECE 22-05 è l’ultima normativa vigente) potrebbe non essere più una vera garanzia della Sicurezza dei caschi!

  • La grave ipotesi di SicurMOTO.it

Non conosciamo nel dettaglio che tipo di test ha effettuato Altroconsumo sui caschi in questione. Quello che sappiamo è che si tratta di prove certificate secondo lo standard vigente ECE R22-05. Abbiamo però letto con attenzione questa nota:

“Come prevedono le regole di condotta adottate da tutte le associazioni di consumatori indipendenti che effettuano test comparativi in Europa, il nome dei laboratori utilizzati è sempre tenuto riservato per garantire l’indipendenza, l’autonomia e l’affidabilità del loro operato. Tutti i caschi sono stati acquistati anonimamente in punti vendita aperti al pubblico, in una situazione identica in cui un comune consumatore effettuerebbe l’acquisto“.

Facendo attenzione all’ultima frase ci viene un dubbio atroce. Ricordiamo tutti la campagna di “Striscia la Notizia” che qualche anno fa effettuò le stesse prove su caschi comprati presso i punti vendita e sugli identici modelli che venivano inviati dalle case costruttrici appositamente per effettuare i test. Il risultato era sconcertante: i caschi appositamente inviati per essere testati passavano tutti i controlli senza problemi, quelli comprati nei punti vendita si dimostravano essere solo delle brutte copie in quanto a Sicurezza!

Il nostro dubbio è che i procedimenti di Certificazione dell’omologazione dei caschi siano gravemente viziati. Se i test vengono effettuati su “modelli campione”, che poi non corrispondono a quelli venduti nei negozi, il fatto diventa Gravissimo.

  • Il confronto

crash test altroconsumo
Il Ministero ha verificato nuovamente i test sui modelli indicati da Altroconsumo nella prova precedente, dedicata ai caschi integrali, e in 2 casi su 4 ne ha confermato i difetti, presentando però delle “interpretazioni diverse” (ci chiediamo cosa vi sia da interpretare: sono numeri!).

Ci siamo informati e pare che la differenza principale tra i due test, oltre la provenienza dei caschi, sia relativa alle tolleranze. Il Ministero ne tiene conto, i laboratori interpretati da Altroconsumo, invece, pare di no. Le tolleranze sono valori che cambiano i parametri abbassandone la severità e sono stabiliti dall’ Organo di Omologazione.

Ci chiediamo, a questo punto, se non sia il caso di rivedere queste “tolleranze” per verificare che un casco che rientra attualmente nei parametri di Omologazione solo grazie a questi “margini” sia realmente sicuro o meno.
Come è possibile che i caschi certificati ed Omologati si rivelino non conformi alle norme di Sicurezza e Omologazione???

  • Un consiglio per i Legislatori

I caschi andrebbero ri-testati periodicamente esattamente come ha fatto Altroconsumo: comprandoli anonimamente nei punti vendita. Questo pare essere l’unico sistema per svincolarsi dal terribile dubbio che sorge spontaneamente dopo aver controllato gli esiti delle prove e controprove. Inoltre le tolleranze andrebbero considerate solo “temporaneamente”, il modello definitivo deve rientrare nei parametri senza tener conto di “margini” vari: è la nostra testa che stiamo proteggendo! Per quanto a certuni possa apparire “vuota”, ci sta a cuore, ed è cara a tutti i motociclisti.

I risultati delle prove Ufficiali del Ministero dovrebbero essere rese pubbliche e diffuse in modo chiaro e facilmente fruibile da tutti. Si instaurerebbe così una gara tra produttori nell’intento di finire tutti in cima alla lista per la sicurezza e non per la quantità di fronzoli che ornano l’articolo (adesivi, aerografie e quant’altro)

  • To be contined…

Aspettiamo con ansia di avere presto delle risposte, ma soprattutto auspichiamo che siano effettuate delle verifiche e dei controlli maggiori su cosa e come viene testato nei laboratori ufficiali. Staremo molto attenti agli sviluppi di questa storia.

Non ci resta che dirvi, parafrasando il motto del motociclista Cereghini: “Mi raccomando, luci accese anche di giorno e… casco in testa ben allacciato!”, e aggiungiamo noi: “…possibilmente omologato, si spera, secondo parametri universali e non interpretabili”.

  • I caschi in oggetto

I modelli testati che sono risultati idonei, in linea con l’Omologazione:

– Arai SZ-F
– Grex J2
– NCA J400
– Nolan N43 Air
– Shoei J-Wing
– Suomy Nomad
– X-Lite X-402

Quelli che NON sono risultati “sicuri”:

– AGV Blade
– Airoh Jet 55 S
– Caberg Downtown
– Dainese Ergon Jet EV1
– Duraleu Pool Special
– MDS Venus
– Premier Helmets Touring 3
– Shark RSJ

N.B.: questa lista viene riportata così come appare sul sito www.altroconsumo.it e non vuole essere un giudizio inappellabile. Anzi, invitiamo i Fabbricanti dei caschi “bocciati” a smentire questi risultati, ristabilendo la giusta fiducia degli utenti verso i loro prodotti, o effettuando, ove fossero necessarie, delle migliorie sui caschi stessi, che vadano a vantaggio della Sicurezza.

La lettera di Altroconsumo inviata al ministero (clicca)

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