SuperSkin, il casco con la pelle

SuperSkin, il casco con la pelle

Un secolo fa nella regale Inghilterra nasceva il privo brevetto per un casco di protezione per motociclisti: s’indossava questa «scodella» e successivamente, attraverso una valvola posta nella parte superiore, si aspirava tutta l’aria interna in modo da lasciarla attaccata al capo. Ingegnoso metodo, ma altrettanto scomodo e decisamente obsoleto. Sicurezza zero. In cento anni progresso […]

7 Luglio 2010 - 00:00

Un secolo fa nella regale Inghilterra nasceva il privo brevetto per un casco di protezione per motociclisti: s’indossava questa «scodella» e successivamente, attraverso una valvola posta nella parte superiore, si aspirava tutta l’aria interna in modo da lasciarla attaccata al capo. Ingegnoso metodo, ma altrettanto scomodo e decisamente obsoleto. Sicurezza zero. In cento anni progresso e tecnica hanno fatto passi da gigante: i caschi sono diventati ipertecnologici e le case produttrici continuano mettere a punto brevetti bizzarri. Come la Lazer che ha lanciato sul mercato Superskin: skin come pelle, ma questa volta la funzione non ha nulla a che fare con estetiche modaiole. I caschi SuperSkin, sviluppati da PHPS e da Lazer, secondo quanto dichiarato dalla stessa casa produttrice, ridurrebbero del 67,5% i rischi di lacerazione intracerebrale. In traumi intracerebrali sono quelli, che si verificano, in caso di caduta, e che interessano i movimenti del cervello all’interno della scatola cranica.more

La soluzione del SuperSkin è semplicissima e trae ispirazione direttamente dalla natura. Il rivestimento in similpelle, nei primi millisecondi che seguono l’impatto, non fa altro che attenuare le forze e i movimenti opposti interno-esterno fra scatola cranica e cervello. Secondo l’azienda belga Lazer e gli studi europei COST 327 in materia di sicurezza motociclistica, lo shock rotazionale è la causa maggiore di danni gravi al cervello. Bisogna sapere che la massa celebrale non è fissata alla scatola contenitrice, ma è immersa in un liquido chiamato cefalo-rachidiano. In parole povere il nostro cervello galleggia. È facile capire, quindi per un principio elementare della fisica, che se il capo è violentemente spinto verso dietro, il cervello si sposterà in avanti. Se l’escursione rotazionale e le forze cinetiche saranno limitate non ci sarà danno.


Ma se la rotazione assume valori importanti, la rottura dei vasi sanguigni e delle fibre nervose del cervello è immediata e le conseguenze non lasciano troppo spazio alla fantasia. Una rottura intercelebrale importante può causare handicap severi, coma, paralisi ma anche la morte. Lazer assicura che un casco attrezzato con la membrana SuperSkin riduce del 67,5% i rischi di danni cerebrali, diminuendo di più del 50% gli effetti meccanici dello shock rotazionale. Ma può un semplice e sottilissimo rivestimento compiere questa sorta di miracolo? Gli studi accurati, grazie a sofisticati strumenti, dei ricercatori dell’Università Louis Pasteur a Strasburgo (Institut de mécanique des fluides et des solides, sotto la direzione del Professore Rémy Willinger), hanno potuto constatare che soluzione tecnologica fornita dal Lazer SuperSkin è effettivamente efficace.


Ma lo scetticismo resta ed è tanto: il rivestimento, ripetiamo sottilissimo, è pur sempre applicato grazie a un collante alla calotta primaria del casco; calore, piccoli urti o una semplicissima abrasione possono compromette l’efficacia del brevetto, troppo delicato. Poi ci sono la pioggia e il freddo e tutti gli agenti atmosferici che metteranno a dura prova il rivestimento Skin. Se resiste agli urti resisterà anche a loro? Staremo a vedere.

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