Guida alla regolazione delle sospensioni moto

Guida alla regolazione delle sospensioni moto

Un lavoro certamente non facile e di cui si parla raramente. Eccovi alcuni consigli basilari per regolare le sospensioni in modo da ottenere un buon assetto in ogni condizione d’uso. Ne guadagniamo in sicurezza e piacere di guida. Prima di procedere alla regolazione delle sospensioni, è di fondamentale importanza accordare il funzionamento tra la sospensione […]

3 Febbraio 2011 - 00:00

Un lavoro certamente non facile e di cui si parla raramente. Eccovi alcuni consigli basilari per regolare le sospensioni in modo da ottenere un buon assetto in ogni condizione d’uso. Ne guadagniamo in sicurezza e piacere di guida.


Prima di procedere alla regolazione delle sospensioni, è di fondamentale importanza accordare il funzionamento tra la sospensione anteriore e quella posteriore, per limitare al massimo gli scompensi che le asperità del fondo stradale portano all’equilibrio della motocicletta. Se non si tiene conto di ciò, si rischia di incorrere in reazioni anomale della moto in presenza di sollecitazioni esterne, con conseguente pericolo di perdita di controllo del mezzo. Oltre ad accordare la sospensione anteriore con quella posteriore, è importante armonizzare il funzionamento delll’ammortizzatore con la relativa molla evitando, per esempio, di precaricare troppo poco la molla e invece frenare troppo l’idraulica, ottenendo una sospensione che affondi eccessivamente per ogni piccola asperità e poi fatica a ristendersi.

Altro parametro da tenere in considerazione è la pressione degli pneumatici che deve essere quella prescritta dalla casa. Regolare le sospensioni con una pressione delle gomme errata è totalmente inutile.

Questo tipo di regolazioni si può suddividere in due fasi distinte e separate. La prima è una regolazione statica in cui si regola l’assetto della moto, cioè l’altezza dell’avantreno e del retrotreno in condizioni di marcia; la seconda è una regolazione dinamica dove si interviene sui registri per migliorare il comportamento della motocicletta, per esempio durante la percorrenza di una curva o in frenata.more

Ricordiamoci sempre che per ottenere un efficace funzionamento della sospensione in base alle regolazioni dell’ammortizzatore, che sia il monoammortizzatore o la forcella, è importante che questi componenti siano efficienti al 100%. Un controllo da un buon meccanico sospensionista è necessario per una revisione che mantenga i fluidi di lavoro (azoto e olio) nel corretto stato.

  • La regolazione statica


La regolazione statica serve principalmente a regolare l’altezza di base della moto. E’ importante per avere il giusto assetto in condizioni di marcia sui rettilinei ed è una buona base di partenza sulla quale intervenire per migliorare il comportamento della moto durante le curve e i tratti di strada più impegnativi. Per una corretta regolazione è consigliabile seguire la seguente procedura:

Regolazione del precarico (sag statico senza pilota)

1)  Aprire completamente l’idraulica del freno in compressione ed estensione sia della forcella che del monoammortizzatore.

2)  Sollevare completamente le ruote da terra, afferrando la moto dal telaio e non dagli organi delle sospensioni.

3)  A moto sollevata, misurare la distanza tra il perno ruota e un punto fisso del telaio (una vite per esempio).  La retta ideale che congiunge il perno ruota e il punto fisso deve essere il più perpendicolare possibile alla superficie stradale.

4)  Appoggiare la ruota a terra e ripetere la misurazione illustrata nel punto 3. La differenza tra le due misure viene definito abbassamento statico (static sag) della motocicletta. Per le moto medie e maxi sportive e per un uso su strada, l’abbassamento statico deve essere del 20-30%  sull’anteriore e del 5-10% sul posteriore. Per un uso in pista, i valori diventano di 15-20% sull’anteriore e 5-10% sul posteriore.

5)  Ripetere la misurazione del punto 4 limitata al solo retrotreno con pilota a bordo (sag rider), benzina ed eventuale passeggero e bagagli. In queste condizioni l’abbassamento del posteriore deve essere del 20-30% per un uso su strada e del 20-25% per un uso in pista del mezzo. Anche in questo caso la misura deve essere effettuata prendendo come riferimento quella determinata al punto 3.

  • Regolazione dell’idraulica

1) Per regolare l’idraulica della forcella, tirare la leva del freno anteriore.

2) Comprimere ed estendere la forcella ripetutamente, caricandola dal manubrio.

3) Lasciare estendere la forcella togliendo il carico ma tenendo sempre la leva del freno tirata. La forcella deve estendersi completamente e successivamente deve comprimersi leggermente. Se invece la forcella non affonda dopo l’estensione, allora il freno in compressione è eccessivo. Se invece dovesse oscillare per qualche istante allora è troppo poco frenata in estensione.

4) Per regolare il freno in estensione del mono-ammortizzatore è necessario comprimerlo bruscamente e lasciarlo estendere. L’estensione completa deve avvenire in circa 1,5 sec. Regolare il freno in compressione secondo quanto indicato nel libretto di uso e manutenzione.

 
una semplice chiave a settore per il precarico ed un cacciavite per l’idraulica è tutto ciò che serve
  • La regolazione dinamica

La regolazione dinamica è molto più complessa di quella statica perché in questa fase subentra anche lo stile di guida e le impressioni del pilota. Le disquisizioni puramente scientifiche e teoriche devono, quindi, cedere in parte il posto alle sensazioni che il pilota avverte alla guida. E’ importante effettuare una regolazione per volta procedendo per piccoli passi, in modo tale da sapere sempre in che direzione si sta andando. In base a questo consiglio, quindi, è sempre opportuno provare un registro per volta girandolo di uno o al massimo due scatti per ogni tentativo.
Per rendere questa guida più facile da usare, riportiamo di seguito varie situazioni che possono verificarsi quando le sospensioni non sono regolate nel migliore dei modi. Sarà facile individuare il caso che più si avvicina al comportamento della propria motocicletta e seguire, quindi, le relative indicazioni.

  • La moto è rigida in rettilineo e tende a saltellare sulle asperità del terreno. Il precarico e il freno in compressione sono troppo elevati.
  • Le ruote non copiano (seguono) le asperità. Il precarico delle molle è troppo elevato.
  • La moto tende a ondeggiare nei curvoni veloci. E’ necessario aumentare sia il precarico che il freno in compressione.
  • In frenata la moto si scompone abbassandosi eccessivamente davanti e sbandando con la ruota posteriore. Le molle della forcella sono poco precaricate e il freno in compressione è insufficiente.
  • L’avantreno è imprevedibile e insicuro al centro curva. La frenatura in estensione è eccessiva o insufficiente. Il freno in compressione è eccessivo.
  • La moto tende ad allargare la traiettoria. Il precarico delle molle della forcella è eccessivo oppure il precarico della molla del mono è insufficiente così come potrebbe essere eccessivo il freno in estensione del monoammortizzatore.
  • La moto tende a chiudere la traiettoria e lo pneumatico posteriore tende a derapare. Il retrotreno è troppo precaricato o c’è un eccessivo freno in compressione dell’ammortizzatore. La forcella è poco precaricata.

Riassumendo per una buona regolazione dinamica bisogna tenere conto che:

Il precarico serve a regolare l’altezza della moto oltre a conferire un funzionamento più o meno secco delle sospensioni sulle asperità. Pertanto, agendo su questo parametro si modifica il comportamento della moto in curva che può passare da sotto a sovrasterzante a seconda che si aumenti il precarico della forcella o del monoammortizzatore.  I freni in compressione e in estensione servono a regolare la velocità con cui le sospensioni si comprimono o si estendono. La regolazione delle sospensioni è sempre un compromesso tra le diverse situazioni che si possono incontrare durante la guida. Infatti, una taratura ottimale per la frenata non lo sarà per una guida su un tratto di strada sconnessa, così come un setup per percorsi tortuosi sarà deleterio per quelli veloci.

(Testo di rif.  “Dinamica del motociclo” Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Università degli Studi di Padova)

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