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Giacca antipioggia moto: come scegliere il livello di impermeabilità
Giacca antipioggia moto: quale scegliere? Scopri colonna d'acqua e materiali per restare asciutto e guidare sicuro sotto la pioggia.
Giacca antipioggia moto: quale scegliere? Scopri colonna d'acqua e materiali per restare asciutto e guidare sicuro sotto la pioggia.
Non c’è nulla che rovini un’uscita in moto quanto un acquazzone improvviso affrontato con l’equipaggiamento sbagliato. Per il motociclista, la pioggia non è solo un fastidio: è un fattore di rischio. Il freddo e l’umidità riducono la concentrazione e rallentano i riflessi, trasformando il piacere di guida in una prova di resistenza. Tuttavia, l’errore più comune, sia tra i neofiti che tra i più navigati, è pensare che una giacca antipioggia per moto valga l’altra, purché sia ‘di plastica’. La realtà è ben diversa: la tecnologia dell’abbigliamento tecnico ha introdotto parametri precisi che distinguono un sacchetto di plastica da un dispositivo di protezione avanzato. Saper leggere queste specifiche è fondamentale per rimanere asciutti.
LA ‘COLONNA D’ACQUA’: I NUMERI CHE CONTANO
Il parametro tecnico più importante da cercare sull’etichetta è la colonna d’acqua, espressa in millimetri. Questo valore indica la pressione che l’acqua può esercitare sul tessuto prima di penetrarlo. Immaginate un cilindro pieno d’acqua poggiato sulla giacca: se il tessuto regge una colonna alta 5.000 mm, quella sarà la sua classe di impermeabilità.
Per un uso statico o una passeggiata, 1.500 mm sarebbero sufficienti. Ma in moto entra in gioco la velocità. Quando viaggiate a 100 o 130 km/h, le gocce d’acqua colpiscono il torace con una pressione violenta, molto superiore a quella della pioggia che cade verticalmente. Ecco quindi le colonne d’acqua da considerare:
- Sotto i 3.000 mm: adatta solo per emergenze brevi in città a bassa velocità.
- Tra 5.000 e 8.000 mm: il minimo sindacale per il mototurismo a medio raggio.
- Oltre i 10.000 mm: il livello ideale per chi affronta viaggi lunghi e autostrade, garantendo tenuta anche sotto temporali violenti.
TRASPIRABILITÀ E MATERIALI: EVITARE L’EFFETTO SAUNA
L’impermeabilità assoluta ha un nemico nascosto: la condensa. Se la giacca blocca l’acqua esterna ma non permette al calore corporeo di uscire, vi ritroverete bagnati comunque, ma di sudore. Questo fenomeno, noto come ‘effetto sauna‘, è pericoloso quanto la pioggia perché porta a un rapido raffreddamento del corpo una volta fermi.
Membrane vs. Spalmature
Qui la scelta divide spesso i motociclisti in base al budget e all’uso. Le giacche economiche utilizzano spesso PVC o Nylon spalmato: sono barriere totali, eccellenti contro l’acqua ma con traspirabilità nulla. Vanno bene per tragitti brevi (casa-lavoro). Per il turismo, la scelta obbligata sono le membrane idrofile microporose (laminate o drop-liner). Queste tecnologie hanno pori abbastanza piccoli da bloccare le gocce d’acqua, ma abbastanza grandi da lasciar passare il vapore acqueo del sudore. Cercate valori di traspirabilità (spesso indicati come RET o MVP) per garantire comfort sulle lunghe distanze.

CUCITURE E CERNIERE: DOVE L’ACQUA TROVA LA STRADA
Avere un tessuto da 20.000 colonne d’acqua è inutile se la giacca è realizzata male. L’acqua è insidiosa e sfrutta ogni punto debole, in particolare le cuciture e le chiusure.
Un capo di qualità deve obbligatoriamente avere le cuciture termonastrate. Ogni volta che un ago cuce un tessuto, crea un buco: senza una nastratura interna a caldo, l’acqua entrerà da lì in pochi minuti. Attenzione anche alla patta anti-tempesta: la cerniera frontale deve essere coperta da un lembo di tessuto (meglio se doppio) per evitare infiltrazioni frontali causate dalla pressione dell’aria. Infine, considerate il fattore visibilità: sotto la pioggia gli automobilisti vedono meno. Scegliere una giacca con inserti giallo fluo o ampie zone riflettenti non è una questione di moda, ma di sopravvivenza.