Circa 578 i dipendenti italiani che perderanno il posto in un piano di ristrutturazione che prevede la chiusura di impanti anche in Germania e Regno UnitoBrutte notizie sul fornte occupazione legata al mondo dell’automotive. Michelin ha varato un piano di “ristrutturazione strategica” quadriennale che prevede dal prossimo anno e fino al 2020 la chiusura di […]
Circa 578 i dipendenti italiani che perderanno il posto in un piano di ristrutturazione che prevede la chiusura di impanti anche in Germania e Regno Unito
Brutte notizie sul fornte occupazione legata al mondo dell’automotive. Michelin ha varato un piano di “ristrutturazione strategica” quadriennale che prevede dal prossimo anno e fino al 2020 la chiusura di tre stabilimenti europei, tra cui anche quello di Fossano in provincia di Cuneo che conta al momento 400 dipendenti.
- In totale persi 1500 posti di lavoro, 578 in Italia
La motivazione è un calo dei volumi di vendita, che solo per il Bel Paese parla di una flessione del 45%. Dato che non consente allo stato attuale la saturazione degli impianti. Ecco perchè oltre al polo piemontese si prevede un aggravvio anche sull’indotto con esuberi ad Alessandria, Torino e Tribano in provincia di Padova. Il totale in Italia vede 578 lavoratori che dalla fine del 2016 vedranno chiude le porte del produttore transalpino. Motivo della riorganizzazione, spiega l’azienda, è la crisi economica che ha colpito in misura pesante il mercato europeo degli pneumatici, caratterizzato inoltre da un contesto altamente competitivo. Il calo dei volumi di Fossano a partire dal 2009, in particolare, deriva dal fatto che i 2/3 dell’attuale produzione di cavi metallici standard è oggi acquistabile sul mercato a costi “decisamente inferiori”. Dai tagli seguirà, di contro, nei siti di Cuneo e Alessandria, che al momento contano più di un maggiore rafforzamento dell’attività produttiva, ed un piano di investimenti di circa 180milioni di euro nei prossimi anni.
In Germania, la chiusura del sito di Orianienburg, che conta 180 dipendenti, porterà uno spostamento delle attività ora esistenti nel sito francese di Avallon. Nel Regno Unito, invece, verrà chiuso il sito di Ballymena (860 dipendenti) entro la metà del 2018.
Fonte|Corriere della Sera