Omicidio stradale, approvazione ad un passo, ma quanta fatica?
Dopo l’approvazione dei giorni scorsi in Senato, manca ancora il via libera definitivo della Camera, ma dopo mesi si è in dirittura d’arrivoNella proposta da mesi in Parlamento e arrivata finalmente a un passo dalla meta, viene introdotto per la prima volta il reato di omicidio stradale e nautico. La legge, una volta passato l’ultimo […]
Dopo l’approvazione dei giorni scorsi in Senato, manca ancora il via libera definitivo della Camera, ma dopo mesi si è in dirittura d’arrivo
Nella proposta da mesi in Parlamento e arrivata finalmente a un passo dalla meta, viene introdotto per la prima volta il reato di omicidio stradale e nautico. La legge, una volta passato l’ultimo scoglio della Camera, disporrà che chiunque guida un veicolo a motore, una imbarcazione, una moto d’acqua in stato di ebbrezza alcolica o sotto l’effetto di droghe e causa la morte di una persona è punito con la reclusione da 8 a 12 anni; che salgono a 18 in caso di omicidio plurimo.
- Si rischiano dai 7 ai 10 anni di reclusione…
…anche se non si è sotto l’effetto di alcol o droga. Anche se le pene saranno (di poco) meno severe: dai 7 ai 10 anni se l’incidente mortale avviene perché si attraversa un incrocio passando con il semaforo rosso o si fa una manovra di inversione del senso di marcia o un sorpasso in prossimità delle strisce pedonali.
Revoca della patente. Un capitolo rivoluzionario per le norme e le sanzioni di chi commette gravi infrazioni al codice della strada è poi la revoca della patente – la famosa “Daspo” in gergo politico – che dura 15 anni in caso di omicidio stradale sotto effetto di alcool, o 20 in caso in passato si sia incappati nell’etilometro. Qualora la guida fosse in stato di ebbrezza e si sia contestualmente superato il limite massimo consentito, si arriverà al massimo di pena di 30 di revoca.
- “Esiste già una legge, perchè farne un duplicato?”
Di recente il senatore Luigi Manconi, in alcune sue dichiarazioni si è dimostrato scettico nell’applicare una norma che di fatto duplica quello che già è citato nei codici :“La giurisprudenza ha già articolato una serie di risposte sanzionatorie che vanno dalla minima punizione dell’omicidio colposo a quella massima dell’omicidio volontario. Non più di una settimana si è discusso dell’imputazione di omicidio volontario, attribuita carico dell’intero equipaggio di un’auto che ha ucciso una donna in un quartiere di Roma. Un reato che prevede pene non inferiori a 21 anni di carcere. Che bisogno c’è, pertanto, di duplicare questa ipotesi di reato istituendo l”omicidio stradale’? “ sarebbe estremamente urgente – aggiunge- diffondere una più matura cultura della mobilità e della convivenza civile. Dunque, finché si è in tempo, si modifichi con razionalità e intelligenza il disegno di legge sull’omicidio stradale”.