Altri due dispositivi testati da ADAC per la protezione del collo, uno è ad attivazione elettronica. Criteri di prova simili al test che vi abbiamo illustrato in questo intervento (clicca per leggere) sono stati utilizzati per verificare l’effettiva utilità di due sistemi di protezione del collo: APC Casco-airbag (prodotto da APC SystemsBCN – Barcellona) e […]
Altri due dispositivi testati da ADAC per la protezione del collo, uno è ad attivazione elettronica.
Criteri di prova simili al test che vi abbiamo illustrato in questo intervento (clicca per leggere)
sono stati utilizzati per verificare l’effettiva utilità di due sistemi di protezione del collo: APC Casco-airbag (prodotto da APC SystemsBCN – Barcellona) e Leatt Brace GPX Club (prodotto da Leatt Corporation – Sudafrica)
APC Casco-airbag. Si tratta di un protettore per il collo prodotto da APC. Simbolo del piccolo fallimento dell’operazione è il prezzo che scende a 445 euro contro gli 899 di partenza. Sicuramente il futuro dell’attivazione dei protettori gonfiabili ad uso motociclistico è elettronico. Forse però l’affidabilità richiede che passi ancora un po’ d’acqua sotto i ponti.
Buona l’idea di sperimentare l’attivazione elettronica dell’airbag, ci mancherebbe. Tuttavia l’esperimento è andato decisamente male per via di alcune imprecisioni, ma soprattutto della posizione del protettore gonfiabile: il casco!
Il sensore elettronico del casco APC attiva l’airbag quando la velocità scende troppo velocemente. I collaudatori di ADAC hanno constatato però che in alcuni casi non riconosce la caduta. Un altro problema di “sensibilità” si verifica quando ci si ferma troppo velocemente con una motocicletta dotata di ABS (sistema di assistenza alla frenata): l’airbag si attiva! Altri svantaggi sono dati dal peso che questo dispositivo aggiunge al casco: risulta scomodo nei lunghi viaggi. Inoltre risulta indispensabile verificare lo stato delle batterie (nel casco) prima della partenza per evitare che il sistema elettronico resti a secco durante il viaggio.
Insomma: ottima idea, ma forse è un azzardo l’uso in un protettore per la cervicale. Sarebbe stato meglio sperimentare la soluzione elettronica su di un airbag per il torace o la schiena. C’è più posto per le batterie e meno peso a gravare sulla testa. Non dimentichiamo anche l’aerodinamica.
Più “furba”, invece, la soluzione adottata da Leatt Corporation nel collare Leatt Brace GPX Club. Si tratta di un protettore per il collo e la cervicale (come quello precedente), ma completamente passivo. Sicuramente molto più leggero. ADAC però mette in guardia sulla possibile limitazione dei movimenti della testa che limiterebbe la sicurezza per ovvi motivi. Sorgono inoltre dubbi sulla compatibilità con i capi di abbigliamento da abbinarci. Consigliato l’uso solo in condizioni di guida fuoristrada o cross, dove le lesioni al collo sono più frequenti.