Polemiche per la vicenda delle auto e moto storiche vietate a Roma perché inquinanti: c'è il ricorso al PDR ma si prova anche a dialogare avanzando proposte
La querelle sulle auto e moto storiche ‘vietate’ a Roma perché comprese nelle categorie più inquinanti arriva sul tavolo del Presidente della Repubblica, a seguito del ricorso straordinario di alcune associazioni di veicoli storici per ottenere l’annullamento dei decreti e delle delibere incriminate. Vedremo cosa succederà nelle prossime settimane, intanto è giusto sentire le ragioni delle associazioni di categoria contro un trattamento a loro dire ingiusto e peraltro molto diverso da quanto avviene invece a Milano, nonostante le due metropoli siano governate da forze appartenenti alla stessa parte politica.
AUTO E MOTO STORICHE ‘VIETATE’ A ROMA: RICORSO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica presentato da Automotoclub Storico Italiano (ASI) e dai Registri Storici Alfa Romeo, Fiat e Lancia concerne la richiesta di annullamento dei decreti e delle delibere di Regione e Giunta Regionale del Lazio, Città Metropolitana e Comune di Roma che vietano la circolazione negli orari di attivazione della Ztl Fascia Verde dei veicoli storici, auto e moto, poiché compresi senza opportuna distinzione nel parco circolante più datato e inquinante (per le moto il divieto riguarda ciclomotori e motoveicoli a benzina e diesel pre-Euro 1 ed Euro 1, ma nei prossimi anni lo stop verrà progressivamente esteso a diesel Euro 2 e 3). L’unica deroga per i veicoli d’epoca può essere concessa solo in occasione di eventi autorizzati dagli organi competenti, come autoraduni o motoraduni.
Anche la FMI (Federazione Motociclistica Italiana), parte attiva nel dialogo con il Comune di Roma per chiedere l’attivazione di ulteriori deroghe per la circolazione delle moto storiche, risulta chiamata in causa nella vicenda giudiziaria come parte interessata e avrà modo di intervenire per sostenere l’iniziativa dinanzi al Presidente della Repubblica.
I VEICOLI STORICI REGISTRATI SONO POCHI E NON INCIDONO SULL’INQUINAMENTO
In effetti la ‘crociata’ delle istituzioni romane contro le auto e le moto storiche in nome della salvaguardia ambientale appare quanto meno sproporzionata, considerati i numeri. In base ai dati della Motorizzazione Civile, infatti, sul territorio della Città Metropolitana di Roma i veicoli d’uso quotidiano circolanti sono 4.040.078 e quelli con Certificato di Rilevanza Storica registrato sono 9.945: una quota pari allo 0,25% del totale, che percorre annualmente lo 0,014% dei km percorsi dai veicoli d’uso quotidiano (fonte: censimento FIVA e dati compagnie assicurative). È solo per questi mezzi che le associazioni chiedono una deroga, proprio perché i veicoli storici certificati sono da considerarsi ininfluenti in termini di impatto ambientale e la loro possibilità di circolare in maniera controllata rientra tra le azioni di tutela e salvaguardia.
“Se non circolano, i veicoli storici muoiono”, si legge in una nota dell’ASI, “e con loro muore tutto il mondo a essi collegato, causando enormi danni sociali, culturali ed economici. Non si tratta di volere privilegi ma di tutelare un patrimonio storico, culturale, tecnologico e artistico italiano che non ha pari al mondo”.
LE PROPOSTE PER USARE AUTO E MOTO STORICHE A ROMA
ASI, insieme agli altri Registri storici, al di là dei ricorsi vuole comunque dialogare con l’amministrazione di Roma Capitale, portando proposte mirate alla possibilità di usare i veicoli storici per soli scopi ludico-ricreativi e per il turismo lento, quindi con limitazioni di orari tali da scongiurarne l’uso quotidiano e pendolare. Propone inoltre di monitorare, a un anno dall’entrata in vigore delle eventuali deroghe, l’effetto di queste proposte nella massima trasparenza e concretezza. Del resto essendo i veicoli storici registrati alla Motorizzazione, il loro numero e la loro anzianità sono facilmente valutabili.