Il mondo dell’informazione e della tecnologia applicata alle moto si strappa i capelli per il fantascientifico casco Encephalon, della Nand Logic, talmente zeppo di elettronica da sembrare quasi irreale.Negli ultimi anni parecchi produttori più o meno famosi si sono lanciati nel promettente settore dei caschi ad alta tecnologia. Gli ingredienti sono più o meno sempre […]
Il mondo dell’informazione e della tecnologia applicata alle moto si strappa i capelli per il fantascientifico casco Encephalon, della Nand Logic, talmente zeppo di elettronica da sembrare quasi irreale.
Negli ultimi anni parecchi produttori più o meno famosi si sono lanciati nel promettente settore dei caschi ad alta tecnologia. Gli ingredienti sono più o meno sempre gli stessi: visiera attiva a realtà aumentata, controllo di cellulare e dati di bordo, navigatore integrato, più funzioni specifiche in base alla più o meno fervida immaginazione del progettista. Purtroppo nessuno di questi progetti è mai andato le conferenze stampa. Paradossalmente il motivo non è la tecnologia, ma costi alti e norme di omologazione molto stringenti. Le case però ci credono, il business gira veloce e forse nel prossimo futuro saremo tutti come Iron Man
- Il passato dei caschi del futuro
Tutto è cominciato con lo Skully AR1, lo ricordate? Nel 2014 questo casco con estetica da predatore metteva per la prima volta al servizio del motociclista un innovativo strumento capace di amplificare l’integrazione uomo-macchina. La chiave del sistema era la visiera intelligente (ed auto oscurante) che, con un raffinato sistema di realtà aumentata, proiettava davanti agli occhi del pilota i dati di marcia ed innumerevoli altre funzioni, compresa la visuale posteriore catturata da una microcamera fisheye dietro la nuca. L’imbottitura era di derivazione NASA ed il controllo vocale azionava casco, cellulare o MP3. L’AR1 era un progetto talmente concreto che il gruppo Piaggio annunciò la partnership tra Skully ed Aprilia, per integrare il casco nella raffinata elettronica della RSV4. Per avviare la produzione servivano 250 mila dollari da raccogliere con il crowdfunding e la rete rispose (insieme ad investitori industriali) con una standing ovation da 13 milioni di dollari, che però finirono in donne, viaggi e Lamborghini come la peggior commedia all’italiana. Una tale risposta di mercato mise il pepe a progettisti e sognatori sparsi in tutto il mondo, dai piccoli indipendenti (NZI – Telefonica
, Intelligent Cranium, LiveMap
giusto per citarne alcuni di cui abbiamo già parlato) agli ultimi annunci, che parlano del BMW HUD e dell’accordo tra Nolan e Sony.
- Encephalon
Il progetto che però sta facendo più rumore in questi giorni è il casco Encephalon, un progetto nato al CES 2015 e che crescendo è arrivato a racchiudere una enorme quantità di tecnologia. Sotto un look da Power Ranger, la Nand Logic ha immaginato per il biker del futuro prossimo una visiera ad oscuramento progressivo, manuale o automatico, la ventilazione indotta con ventole elettriche comandate da sensori di umidità e temperatura, un sistema di emergenza che fa partire una chiamata dal telefonino in caso di caduta, con informazioni mediche e posizione GPS del motociclista. Il collegamento bluetooth potenziato dell’Encephalon fa fare le telefonate e sentire la musica, ma anche parlare con gli amici fino a 500m e nella parte posteriore del casco sono integrate luci di posizione a led e stop di emergenza, attivati da sensori di accellerazione. Immancabile la registrazione della telemetria, l’app di gestione sul cellulare e dulcis in fundo, il casco è modulare per facilitare i soccorritori. Tutta tecnologia esistente e facilmente integrabile, ok, ma quanto dovrebbe pesare e costare un casco del genere? Nand Logic si dice convinta di restare entro il peso di un integrale Shoei GT Air sfruttando largamente la fibra di carbonio, ma con un prezzo finale sotto i 1000 dollari. Ecco, il vero miracolo del casco miracoloso potrebbe essere proprio questo.