Puntare dritti al Livello 2: la storia di Dero

Puntare dritti al Livello 2: la storia di Dero

Ottenere il marchio CE su tutta la produzione, per elevarsi al di sopra delle numerose proposte in campo abbigliamento moto che spesso, anche se blasonate, nascondono sorprese sgradevoli. Questa, in sintesi, la filosofia che anima Dero, giovane azienda italiana con la vocazione della sicurezza in campo moto. Abbiamo parlato molto del problema omologazione dei capi […]

23 Marzo 2011 - 00:00

Ottenere il marchio CE su tutta la produzione, per elevarsi al di sopra delle numerose proposte in campo abbigliamento moto che spesso, anche se blasonate, nascondono sorprese sgradevoli. Questa, in sintesi, la filosofia che anima Dero, giovane azienda italiana con la vocazione della sicurezza in campo moto.

Abbiamo parlato molto del problema omologazione dei capi ad uso motociclistico, e non ci stancheremo mai di farlo (leggi la nostra inchiesta
). Per chi è a digiuno, ecco un riassunto realistico: delusione.

Non esiste parola migliore infatti per far comprendere quale sia l’emozione di un motociclista che, una volta addentratosi ad analizzare i dettagli qualitativi dell’abbigliamento tecnico per moto, si trovi a scoprire quante e quali siano le omissioni e le noncuranze che caratterizzano ancora il lavoro di troppi produttori. Di ben fatto sembra esserci ben poco, e non è una nostra opinione: le normative che regolano la qualità dei capi tecnici esistono. Norme europee che sanciscono la differenza tra un semplice capo di abbigliamento, per quanto curato e dotato di protezioni, ed un vero e proprio DPI, dispositivo di protezione individuale dalle caratteristiche oggettivamente superiori. EN 13595, 13594, 13634, 1621, 14021 sono tutte normative ampie e dettagliate (scopri come riconoscere l’abbigliamento omologato
). Impongono, per l’ottenimento della certificazione a marchio CE, determinate caratteristiche di resistenza del capo di abbigliamento, del materiale di cui è costituito, delle cuciture, delle protezioni rigide, insomma di ogni aspetto che possa influire in maniera più o meno determinante sul raggiungimento dell’obbiettivo più importante: proteggere efficacemente il motociclista in caso di caduta o impatto.more

  • Livello 1 o Livello 2?


A seconda del punteggio raggiunto nelle prove di laboratorio, ogni tuta, ogni protezione, ogni stivale, ogni guanto, ogni giacca può essere classificata di livello1 oppure, al top, di livello 2 (scopri le differenze
). Una storiella che conosciamo bene, ma è sempre bene tener presente. Perchè è davvero un peccato che da noi i capi di abbigliamento omologati secondo queste normative siano davvero rarissimi. Spesso, si sa, all’estero gli italiani sono dipinti come un popolo un po’ superficiale, che bada allo stile più che alla sostanza.

Questo sembra essere tristemente vero nel mondo dell’abbigliamento tecnico per motociclisti. Marchi famosi, con colori e tagli alla moda, sembrano bastare a molti acquirenti per comprare capi che di protettivo, stando a guardare le normative EN, hanno ben poco: anche il solo raggiungimento dell’omologazione di Livello 1 è per molti costruttori un miraggio. Di fronte a questa situazione c’è chi si nasconde dietro alla mancanza di obblighi in merito alle certificazioni, c’è chi punta sul marketing per curare il proprio blasone senza pensare nemmeno di striscio a certificazioni massive dei proprio prodotti, c’è chi, invece, lavora seriamente per realizzare prodotti che, al di là dello stile, possano offrire contenuti tecnici all’altezza delle rigide normative CE. Dero è una di queste.

  • L’avventura di Dero

Una piccola, giovane realtà che con determinazione sta scommettendo sua produzione esclusivamente “di livello 2”. Andrea Dario De Rosa, il giovane titolare, ci spiega con passione come la sua idea sia nata dopo un brutto spavento in moto: passione e volontà di creare qualcosa di nuovo si sono miscelate creando una linea di prodotti dalle caratteristiche interessanti, venduti per di più a prezzi davvero popolari. La certificazione, ad oggi, non c’è ancora. Questo è bene segnalarlo. Ma Andrea ci spiega che è solo questione di tempo e ci mostra i test chimici e meccanici previsti dalle normative sono stati eseguiti sulla pelle delle loro giacche
: hanno dato risultati che, abbinati alla costruzione in doppio strato su parte dei capi, garantiscono resistenza pienamente compatibile con l’agognata certificazione CE Livello 2. I risultati effettivamente non sembrano lasciar spazio a dubbi.


Attualmente la linea Dero prevede due tute, cinque modelli di giacca in pelle ed un paio di guanti. Anima sportiva dunque, denotata anche dalla sponsorizzazione dalla squadra italiana “Team Secondo” che con i piloti Giuliano Covezzi e Nicola Stefani corre in supermotard.

SicurMOTO.it ha testato per voi due capi che sicuramente hanno le carte in regola per incontrare i favori del pubblico, la giacca sportica Challenge Black e la Retrò.

L’intento dei test che pubblicheremo a breve è stato quello comprendere quale sia il livello della produzione Dero, rispondendo tra l’altro alle domande che molti motociclisti si fanno quando, edotti sulla questione certificazioni, entrano nel merito dei capi di abbigliamento di Livello 2: saranno comodi, pratici, belli?

Vedremo, continuate a seguirici

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