Dakar 2018 day 6: arrivo tra le proteste

Dakar 2018 day 6: arrivo tra le proteste

Un video racconta i momenti drammatici dell’ingresso in città dei partecipantiAntoine Meo su KTM vince la tappa, ma Benavides (Honda) si riprende lo scettro. Tra le auto Peterhansel gestisce il vantaggio.more Ci rattrista aprire la notizia raccontandovi come la tappa di oggi non si sia conclusa nel migliore dei modi: un centinaio di manifestanti si […]

11 Gennaio 2018 - 00:00

Un video racconta i momenti drammatici dell’ingresso in città dei partecipanti
Antoine Meo su KTM vince la tappa, ma Benavides (Honda) si riprende lo scettro. Tra le auto Peterhansel gestisce il vantaggio.more

Ci rattrista aprire la notizia raccontandovi come la tappa di oggi non si sia conclusa nel migliore dei modi: un centinaio di manifestanti si sono scontrati con la polizia, per le difficili condizioni di vita nel paese boliviano urlando “Vogliamo ospedali, non la Dakar”. Oggetto delle critiche il presidente Evo Morales, ma a farne le spese sono stati i piloti, accolti all’arrivo da fischi e lanci di bottiglie e sedie. SicurMOTO vi mostra un video in cui i manifestanti costringono alcune auto del rally a tornare indietro, prima di essere dispersi dai gas lacrimogeni.

  • Oltre quota 4000

Tornando alla cronaca della gara, in questa sesta tappa, il rally raid più importante e prestigioso al mondo lascia il Perù per arrivare in Bolivia – a La Paz – dopo 760 chilometri, di cui 313 di speciale. Si abbandona dunque la sabbia ed il deserto per prendere la via delle montagne. Il percorso diventa così molto più rapido ed a malapena si ha il tempo sufficiente per dare un’occhiata ai numerosi laghi lungo la strada. La seconda sezione cronometrata inizierà sulle rive del lago Titicaca, passando per l’altipiano, che porterà concorrenti ed equipaggi a gareggiare ad altezze che in alcuni punti supereranno i 4.500 metri. Brutte notizie arrivano dall’equipaggio Peugeot “Loeb – Elena”, dopo il ritiro di ieri sono arrivati gli accertamenti dal bivacco di Arequipa, il cui esito è stato poi pubblicato sul profilo ufficiale di Twitter dello stesso Elena che scrive: “Un risveglio difficile… per essere educato: mi fa male il culo! Il verdetto è impietoso: frattura del coccige! Grazie a tutti per i vostri messaggi!”.

  • Oggi protestano tutti

Si infiamma anche il siparietto tra Toyota e Peugeot, con i primi che dopo la 4a tappa avevano protestato contro il regolamento, che vieta alle vetture 4X4 di utilizzare sistemi di gonfiaggio – sgonfiaggio degli pneumatici a bordo. Oggi arriva la risposta di Bruno Famin (direttore di Peugeot Sport) che in risposta a cosa ne pensasse delle rimostranze di Toyota, senza troppi gentilismi e giri di parole annuncia: “Sono lamentele stupide, davvero! Dovrebbero lavorare di più sulla macchina e lamentarsi meno“. Continua poi spiegando il suo punto di vista ribadendo che le vetture avversarie hanno maggiori vantaggi in termini di peso e di prestazioni, potendo adottare una flangia più grande e ottenendo quindi maggiore potenza. Ma passiamo oltre ed andiamo ad analizzare la gara:

  • Auto: Sainz domina

“El Matador” conquista finalmente la sua prima vittoria di tappa in questa Dakar 2018. Lo spagnolo e la sua Peugeot si piazzano in testa già dal primo check point, per non abbandonare più la posizione fino al traguardo, chiudendo con un tempo di 2h 53′ 30”. Seconda piazza per Stephane Peterhansel che paga un ritardo di 4′ 06”. Il francese può però contare sui parecchi minuti di vantaggio accumulati che per ora non gli danno la preoccupazione di perdere la prima posizione in classifica assoluta. Oggi il gradino più basso lo occupa “il principe del deserto” Nasser Al-Attiyah staccato di 5′ 05” con la sua Toyota. Il podio della classifica generale per ora resta invariato, con Sainz che guadagna qualche minuto, ma la scalata è lunga. Ecco la classifica generale.

  • Moto: Tappa formato “mignon”

Sesta tappa dimezzata per quanto riguarda le moto della Dakar 2018: La Arequipa – La Paz, infatti ha subito un deciso taglio nella parte iniziale, andando a ridurre i chilometri di prova speciale fino a soli 194. Ma lo spettacolo non è assolutamente mancato. Anzi, come accennato prima, oggi i centauri avevano la possibilità di spalancare il gas senza doversi preoccupare troppo della navigazione. Ad arrivare per primo in Bolivia e quindi a vincere è stato il francese Antoine Meo in sella alla KTM Red Bull, con un tempo finale di 1h 54′ 10”, staccando di appena trenta secondi l’argentino Kevin Benavides, che con la sua Honda ufficiale diventa il nuovo leader della classifica generale. Terzo, infine, Toby Price che piazza la seconda KTM sul podio, e che, dopo un inizio di Dakar poco soddisfacente, ha finalmente completato un’ottima giornata. Subito sotto il podio arriva l’argentino Diego Martin Dupplessis (Honda MEC) a 1′ 13”. Quinto lo spagnolo Daniel Oliveras Carreras (KTM Himoinsa). Sesta posizione per il cileno Pablo Quintanilla (Rockstar Energy Husqvarna) a 2 minuti esatti, dopo un grandioso avvio di gara che aveva fatto addirittura pensare alla vittoria. Alle sue spalle, in settima posizione, Daniel Nosiglia Jager (Husqvarna HT) che accusa +2′ 13”, mentre all’ottavo posto si è piazzato l’austriaco Matthias Walkner (KTM Red Bull) con +3′ 06”. Nono Xavier de Soultrait (Yamaha Yamalube) a +3′ 12, che precede l’ormai ex leader in classifica generale Adrien Van Beveren che, sempre su Yamaha, oggi non ha brillato particolarmente accumulando un ritardo di 3′ 27” e chiudendo decimo. Guardateli nelle spettacolari immagini del video ufficiale.

La classifica assoluta delle moto aggiornata alla tappa di oggi.

Venerdì è prevista una giornata di riposo, sia per i piloti che per noi, ma Domenica riprendete a seguirci per scoprire cosa accadrà nei prossimi giorni!

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