La Famiglia in moto, 66 pagine per (in)formare

La Famiglia in moto, 66 pagine per (in)formare

MILANO – Martedì 14 settembre.  Nella sede del Consiglio di Zona 9 di Milano è stato presentato il libretto “La famiglia in moto. Come trasportare i bambini in moto in sicurezza”, destinato ai baby-passeggeri delle classi terza, quarta e quinta elementare e ai loro genitori. Il volumetto verrà distribuito nelle scuole del Consiglio di Zona […]

16 Settembre 2010 - 00:00

MILANO – Martedì 14 settembre.  Nella sede del Consiglio di Zona 9 di Milano è stato presentato il libretto “La famiglia in moto. Come trasportare i bambini in moto in sicurezza”, destinato ai baby-passeggeri delle classi terza, quarta e quinta elementare e ai loro genitori. Il volumetto verrà distribuito nelle scuole del Consiglio di Zona 9 e negli oratori milanesi durante gli eventi “Motoratorio”.

L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio di: Ministero della Gioventù, Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, Ministero dell’Interno, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Polizia di Stato, Provincia di Milano, Consiglio di Zona 9 (Milano), Polizia locale di Milano, Federazione Motociclistica Italiana e Fondazione Oratori Milanesi.

A presentare l’evento: Roberto Rasia Dal Polo

Il dato di partenza è allarmante: in Italia, ogni anno, 130 bambini muoiono per le conseguenze di incidenti stradali e 11.000 sono i feriti – con conseguenze anche permanenti – nella fascia d’età compresa tra O e 14 anni (dati ISTAT).


Giovanna Guiso
, giornalista e ideatrice del progetto, ritiene che la causa principale di un numero così alto di vittime sia dovuta all’inesperienza o all’incuria dei genitori, che trasportano i propri figli in maniera inadeguata (non utilizzo dei seggiolini in auto

; mancato utilizzo di protezioni adeguate al bambino[2]
, trasporto dei piccoli passeggeri sulla pedana degli scooter, trasporto di bambini di età inferiore ai cinque anni, manovre azzardate per evitare il traffico, piccolini che viaggiano masticando chewing-gum o caramelle o indossando lo zainetto sulle spalle durante il tragitto casa-scuola-casa, …)
.more

La Guiso è convinta che la strada per una maggiore consapevolezza nell’utilizzo delle due ruote parta dal basso, dai bambini:

“Educare i bambini ai pericoli della strada significa educarli all’autodisciplina, al rispetto della propria vita e di quella altrui, e ad assumersi la responsabilità delle proprie decisioni. In questo modo contribuiamo a formare una nuova generazione di utenti della strada più consapevoli. Educare i genitori attraverso i bambini, significa contribuire a diffondere quella cultura della sicurezza stradale che tanto manca nel nostro Paese, e che è fondamentale per ridimensionare il numero di incidenti che vede coinvolte persone in queste fasce di età così preziose, in un Paese a crescita zero come il nostro.”


Il progetto ha ricevuto il patrocinio del Consiglio di Zona 9 di Milano, presieduto da Beatrice Uguccioni, madre di tre figli, unico in tutta la città a sostenere l’iniziativa (e viene da chiedersi perché, visto che sempre più genitori portano i propri figli a scuola in scooter o in moto per evitare il traffico, e gli incidenti avvengono non solo in Zona 9). La Presidente spiega le motivazioni di questa scelta: “L’idea di fondo è coinvolgere nell’educazione stradale i bambini già in tenera età, perché aperti al confronto e capaci di ascoltare, soprattutto se gli argomenti vengono proposti con un linguaggio adatto
. Lo spirito del testo, però, vuole anche essere un richiamo a noi adulti e genitori, perché si presti maggiore attenzione al trasporto dei nostri figli, perché si rifletta sulle conseguenze di ogni nostro gesto perché stella polare sia sempre la prudenza”.

Si tratta dunque di un’iniziativa originale per il modo in cui viene trattato il tema della sicurezza, che mira a sensibilizzare i bambini per influenzare positivamente gli adulti. Per questo, il libretto è diviso in due parti: la prima, destinata ai bambini, spiega quali sono i comportamenti corretti sia attraverso un racconto (che vede protagonisti un bimbo e una bimba, con aspetti psicologici differenti) che una serie di vignette, e fornisce indicazioni importanti sui segnali stradali, sull’uso del casco e sulle motociclette. La seconda parte è invece rivolta ai genitori, e vede interventi multidisciplinari di psicoterapeuti dell’età evolutiva, dottori (il dottor Costa), forze dell’ordine, giornalisti, ex campioni di motociclismo (Franco Uncini) e avvocati.

L’intento è quello di formare fin da subito i piccoli sull’uso delle due ruote, e far capire ai genitori quali sono i comportamenti da evitare quando si trasporta un baby-centauro. Proprio su questo aspetto si focalizza l’articolo di Giovanna Guiso, che offre una serie di consigli per il trasporto corretto dei piccoli passeggeri, sia dal punto di vista della guida, che da quello dell’abbigliamento protettivo e dei bisogni del bambino (che sia dormire, mangiare, o parlare con il proprio genitore).

Se siete operatori del settore moto o sicurezza oppure semplicemente interessati a contribuire alla diffusione dell’ibro potete richiedere informazioni all’indirizzo email studioassociatoggrm@yahoo.it.

Anche noi, a dicembre 2009, abbiamo trattato l’argomento in una guida destinata al trasporto del mini-passeggero ( qui
).


Giovanna
Mizzau, docente e Presidente della Commissione “Per la Città dei Giovani e dei Bambini”, in particolare, nota come sia importante non solo insegnare ai bambini e ai ragazzi, ma anche imparare ad ascoltarli, perché la loro attenzione verso le regole e determinati aspetti che i “grandi” non considerano può insegnare molto agli adulti, anche sulla Sicurezza Stradale. (In fondo, a chi non è mai capitato di sentire un bambino o una bambina esclamare “Quello non si fa!”, riferendosi a un comportamento scorretto?)

Dunque, rivolgere la propria attenzione verso i piccoli utenti della strada diventa fondamentale, perché oltre a far crescere la consapevolezza dei rischi nei bambini, influenza postivamente gli adulti. Elisabetta Mancini, Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato,  da dieci anni si occupa di campagne di sensibilizzazione alla sicurezza stradale destinate soprattutto ai bambini e ai giovani, perché “sanzioni e controlli non bastano, sono l’antidolorifico; per eliminare le cause delle malattie, bisogna insegnare ai più piccoli i comportamenti corretti da adottare quando si viaggia in moto o in scooter”. Prima si insegna ai bambini a valutare i comportamenti e ad adottare quelli corretti, prima vengono i risultati, come evidenziato da Ivan Bidorini (FMI): per questo, la Federazione Motociclistica Italiana è impegnata nei corsi per il patentino nelle scuole, sia con insegnamenti teorici che con esercitazioni pratiche, considerate fondamentali per comprendere il funzionamento delle due ruote. Non solo: l’attività della federazione continua anche con corsi mirati svolti da istruttori qualificati, spesso ex piloti, rivolti ai bambini e ai ragazzi svolti in assenza dei genitori, perché questi possono influenzare – con la loro presenza – l’apprendimento dei fondamentali parametri di sicurezza.


Bidorini sostiene che purtroppo molti “30 e 40enni mollano l’auto, a causa del traffico, per le due ruote, ma non sono preparati” (vedi la nostra inchiesta sull’educazione motociclistica
). Ciò è tanto più triste se si pensa che si diventa motociclisti in famiglia, come ricorda Giovanna Guiso: meno l’adulto è preparato, più problemi avrà il bambino ad affrontare le due ruote; se invece si mettono in atto i comportamenti corretti, l’esperienza della moto sarà piacevole, e il bimbo “ne sarà grato per la vita”.

Uno degli aspetti meno considerati degli incidenti è la percezione dell’evento da parte del bambino. Emanuela Iacchia, psicoterapeuta dell’età infantile, illustra quali sono i traumi legati ai comportamenti negativi degli adulti e agli incidenti che li vedono coinvolti. Il bambino si fida dei propri genitori, crede di essere al sicuro con loro: in caso di incidente, il bambino tende a colpevolizzarsi per l’accaduto, credendo di essere stato la causa del problema (se non dimenticavo il quaderno, papà non era di fretta e non facevamo l’incidente…), visto che per lui è inammissibile che il genitore abbia sbagliato o possa avergli provocato un danno. Sottolinea che in un paese come il nostro, in cui per ogni nucleo famigliare ci sono due automezzi e 1,35 figli, sono questi che devono essere considerati “preziosi”, è “necessario averli a cuore” (aggiungiamo noi: un paio di minuti in ritardo in ufficio non sono la fine del mondo, macchina e motorino si riparano, l’assicurazione può risarcire i danni, ma un figlio menomato, paralizzato o morto perché non si sono rispettati i fondamentali diritti del bambino a viaggiare sicuri… no).


Una domanda di Ugo Passerini sposta l’attenzione sugli adulti: “Perché – nonostante pargolo al seguito – effettuano manovre azzardate, infrangono il codice, senza alcun ritegno?”, “Che cosa vogliono dimostrare?”. La dottoressa è chiara: “Oltre alla fretta, c’è una scarsa consapevolezza degli incidenti e delle loro conseguenze. Entrano in una sorta di pensiero magico, come i bambini, in cui nulla di brutto può accadere”. A nostro parere, questo atteggiamento si può riassumere in una sola frase: “Tanto capita solo agli altri!

Gli sponsor dell’iniziativa sono: Tucano Urbano, Cinque Anelli, Gipi Motors, Sady Francinetti, Studio associato G. Guiso R. Motta Comunicazioni & eventi. L’idea sarebbe quella di diffondere il volumetto su tutto il territorio nazionale, ma non è ancora possibile a causa di mancanza di fondi e sponsor.

Alla conferenza hanno partecipato rappresentanti delle Forze dell’Ordine che hanno comunicato dati e consigli importanti: ne parleremo a breve. E’ stato presentato anche un modello di seggiolino prodotto da GIVI. Ne pubblicheremo una prima recensione.


NOTE:

Vedi la guida di Sicurauto.it

Vedi la nostra guida su come trasportare i bambini

Vedi la nostra inchiesta sull’educazione motociclistica

  • Persone citate:

Beatrice Uguccioni – Presidente del Consiglio di Zona 9 (Milano)
Giovanna Guiso – giornalista e ricercatrice scientifica, ideatrice e autrice del progetto “La famiglia in moto”
Giovanna Mizzau – Presidente Commissione “Per la città dei giovani e dei bambini” e docente
Elisabetta Mancini – Vice Questore Aggiunto Polizia di Stato, Responsabile Campagne Sicurezza Polizia Stradale
Emanuela Iacchia – psicologa e psicoterapeuta dell’età evolutiva e docente universitaria
Ugo Passerini – giornalista e vice direttore “In Moto”
Ivan Bidorini – Consigliere di Presidenza – Federazione Motociclistica Italiana
Domenico Musicco – avvocato Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada
Filippo Aragona – Guardia di Finanza, premiato per atti di coraggio nel soccorso in gravi incidenti stradali a rischio della propria vita
Antonio Barbato – direttore della Scuola di Formazione della Polizia locale di Milano
Roberto Rasia Dal Polo – giornalista e conduttore

[nggallery id=3]

Commenta con la tua opinione

X