La risposta non è scontatamente “SI”, come normalmente si pensa in questi casi. La vita moderna ci ha abituato a credere di possedere i SuperPoteri: sempre al massimo, sempre svegli, sempre di corsa. Si passano giornate intere strizzate tra casa, lavoro, studio, figli, mogli, mariti, suocere, cani, bollette, riunioni condominiali e sedute dallo strizzacervelli. Nel […]
La risposta non è scontatamente “SI”, come normalmente si pensa in questi casi. La vita moderna ci ha abituato a credere di possedere i SuperPoteri: sempre al massimo, sempre svegli, sempre di corsa. Si passano giornate intere strizzate tra casa, lavoro, studio, figli, mogli, mariti, suocere, cani, bollette, riunioni condominiali e sedute dallo strizzacervelli. Nel tempo che resta si pensa alle nostre passioni, hobby e divertimenti: la vita, insomma. Le energie non sono infinite però…
(Questo discorso vale anche per chi si può permettere di passare le giornate a pettinare le bambole o a fare shopping. Leggi più avanti, ndr)
Non sto parlando della solita stanchezza. Mi riferisco alla capacità di combattere, della resistenza, del morale, dell’equilibrio, della forza d’animo, della memoria, dell’udito e della vista: dell’abilità nel pilotare, insomma, nel vero senso del termine.
La condizione psico-fisica è un elemento essenziale nella sicurezza alla guida. Per i motociclisti è ancora più vitale. Guidare la moto comporta un notevole lavoro del corpo e della mente, molto più che in auto. No, non bisogna farsi fare una TAC ogni volta che si vuole guidare la moto! Il brevissimo test comporta pochi secondi di “autodiagnosi” che poi diventa un’automatica e quasi involontaria (buona) abitudine. Nessuno è sempre al massimo.
Conoscere se stessi comporta la capacità di rendersi conto delle proprie condizioni in modo veloce e immediato. La prima caratteristica di un buon motociclista è la capacità di non partire o di fermarsi se ha problemi temporanei. Dopo una pausa (anche breve), infatti, il problema potrebbe anche risolversi da se.
Un buon esempio ce l’ha dato recentemente Casey Stoner: aveva un problema e si è fermato. Si è preso una pausa, un periodo di riposo, ha risolto la difficoltà ed è tornato vincente! Certo non ha potuto vincere il campionato, ma intanto ha evitato di fare figuracce e – soprattutto – si è salvato la pellaccia.
Nella vita comune i temporanei impedimenti alla guida della moto possono essere molto più piccoli (ma molti di più). Essi intervengono pericolosamente anche nei brevi tragitti. Insomma, non necessariamente durante un lungo viaggio. Non si tratta di “quanto”, ma “come”.
Verifica quanto sei autocosciente.
Aiutati con l’elenco che segue e verifica se il tuo comportamento è (o è stato) corretto. Attenzione: la lista non è completa! E’ solo un valido esempio. Se ritieni, contribuisci segnalando un nuovo elemento commentando l’articolo.
- Rabbia: se hai appena litigato con qualcuno, hai ricevuto una brutta notizia, ti è morto il gatto, il capo ti ha licenziato, etc. Aspetta qualche minuto prima di saltare in sella. Fai due passi, rifletti, fai una telefonata, parla con un amico, vai in un bar, prendi un 2 di picche con la prima che passa. Lasciamo ai box i problemi, sulla moto non c’è abbastanza spazio per portarseli dietro. Torneremo a imprecare allegramente una volta arrivati a destinazione.
Stress: qualunque sia la causa, dobbiamo fare attenzione al livello di tensione che ci portiamo dietro. Bisogna stare attenti all’effetto soporifero, fotofobico e stressante che ne consegue. Ci si prosciuga le riserve di zuccheri che sono il carburante del cervello. Si perdono le capacità reattive e si impiega molto più tempo a capire cosa accade durante la guida. Si rischia di non riuscire a frenare nei tempi previsti.
Se ti senti un po’ addormentato, prima di tornare in sella sarebbe bene bere una bevanda (non ghiacciata) che contenga zuccheri, fare una breve corsa a piedi, parlare di argomenti stupidi con il primo che passa.
Euforia: hai appena comprato il cellulare più figo della galassia? La ragazza più gnocca del mondo ha accettato la tua proposta indecente? Evita di spararti a manetta per andare a raccontarlo a tutti gli amici. Attendi qualche minuto, non farti sopraffare dal bambino che è in te: quando sali sulla moto sei un guidatore che mette in strada la vita, non interessa a nessuno se hai appena vinto al superenalotto… piuttosto pensa a portare a casa la pellaccia tutta intera per poi saltare di gioia sul materasso (da solo o con chi vuoi)
Complesso d’inferiorità: in compagnia non devi dimostrare a tutti quello che sai fare con la moto. Questo tipo di pensiero è tipico dei perdenti. Gli altri, soprattutto i vincenti, se ne accorgeranno e ti derideranno, anche se ti sembra di essere “figo”: rischierai di farti male senza guadagnare un solo punto in reputazione.
Alcol e droghe: sono sostanze che alterano la percezione degli eventi e della realtà. L’alcol e la droga possono esaltarti e farti credere di essere veloce, capace e immortale. In realtà si tratta di un illusione: l’effetto è esattamente contrario. Il corpo e la mente si sforzeranno oltre il loro limite, ma con scarsissimi risultati. Le conseguenze possono essere terribili anche se non si va a sbattere. Il primo effetto fisico attivo dell’alcol e della droga, infatti, consiste nel disidratare chi ne fa uso. La mancanza di liquidi potrebbe causare malori e svenimenti.
Crampi, dolori e formicolii vari: Può capitare anche ai più sani. Normalmente i crampi sono dovuti allo squilibrio di calcio/sodio o potassio/magnesio, carenza di vitamina C o al semplice freddo. Il formicolio è dato da una scarsa circolazione del sangue dovuta il più delle volte alla posizione di guida. Il consiglio è di fermarsi, bere liquidi (analcolici!), distendere la parte dolorante in modo da agevolare la circolazione sanguigna. Evitiamo i multi-vitaminici se non siamo sicuri di quello che ci manca.
Stanchezza: molti credono che per combattere la stanchezza sia utile viaggiare più velocemente e/o intraprendere percorsi più impegnativi, in modo da svegliarsi un po’: nulla di più falso. E’ vero che in questo modo mettiamo in circolo l’adrenalina, ma nel frattempo andiamo stressando ulteriormente il nostro fisico e la nostra mente.
L’adrenalina è un’arma a doppio taglio: sotto il suo effetto siamo più reattivi, ma non appena ci rilassiamo un solo attimo, in un tratto di 300 metri di strada dritta (per es.), al calare di questa sostanza sopraggiunge il colpo di sonno improvviso, imprevedibile e incontrastabile.
Quando la fatica ci attanaglia dobbiamo assecondarla e fermarci a riposare. In un breve viaggio possiamo fare tante piccole soste per arrivare fino in fondo. In un viaggio lungo è comunque consigliabile fare una sosta ogni 2 ore al massimo. In caso di difficoltà vale la pena fermarsi a dormire da qualche parte. Meglio arrivare tardi che non arrivare mai!