Niente guardrail salva motociclisti a Genova: il sindaco dice che costano troppo, ma si sbaglia
In realtà basta aver voglia(o esser capaci) di informarsi per sapere che una soluzione c’è Premettendo che non possiamo sempre accettare “non ci sono i soldi” come scusa, ci permettiamo di far notare al sindaco di Genova che forse (sicuramente) non ha pensato alla soluzione più semplice per non spendere troppo. La vicenda che vi […]
In realtà basta aver voglia(o esser capaci) di informarsi per sapere che una soluzione c’è
Premettendo che non possiamo sempre accettare “non ci sono i soldi” come scusa, ci permettiamo di far notare al sindaco di Genova che forse (sicuramente) non ha pensato alla soluzione più semplice per non spendere troppo.
La vicenda che vi narriamo è relativa alle affermazioni del primo cittadino di Genova – Marta Vincenzi – che nelle pagine de “Il Secolo XIX
” dichiara di non potersi permettere la messa in sicurezza dei guardrail: “In un tratto installeremo alcuni guard-rail H2, ma io sono scettica anche su questa soluzione e chiederò agli uffici di ripensarci. Rifare tutto? Neanche per sogno, costerebbe venti milioni, una cifra che non possiamo permetterci”. Quindi forse non verrà installato nemmeno il tratto non ben specificato di cui si parla.
È quantomeno terribile leggere una notizia del genere, se non altro perché ci dà chiara consapevolezza di quanto le nostre amministrazioni pubbliche tengano a noi motociclisti (per niente).
- Il sindaco si sbaglia (clamorosamente)
In ogni caso Marta Vincenzi si sbaglia. Proprio sulle pagine de “Il Secolo XIX
” un’azienda produttrice di barriere stradali ha già fatto notare che il prezzo di tale modifica sarebbe circa 20 volte inferiore a quanto dichiarato dal sindaco (1 milione contro i 19 preventivati).
Inoltre bastava aver voglia di interpellare un esperto per scoprire che in realtà il costo della messa in sicurezza dei guardrail può essere ridotto con alcuni accorgimenti banali.
- Prima di tutto l’installazione delle barriere adattate può essere fatta inizialmente solo nelle curve e nei passaggi dove il motociclista rischia di scivolare. Sui rettilinei si può anche tollerare la mancanza di guardrail adatti ai motociclisti: possono essere installati quando saranno da sostituire.
- In secondo luogo (forse) non si è tenuto conto del fatto che i guardrail possono essere adattati a un prezzo di molto inferiore rispetto alla sostituzione completa. Nella seconda parte di questo articolo vi spieghiamo anche come (clicca per leggere).
Si tratta di una di numerose soluzioni inventate a questo scopo. Non dovesse essere compatibile con le barriere presenti – avendo voglia di fare il sindaco – si possono vagliare le altre ipotesi simili. Il prezzo della “patch” di sicurezza è di circa 50 euro al metro di strada: se i conti del comune di Genova sono così in rosso da non potersi permettere un costo di questo tipo ci aspetteremmo le dimissioni dell’amministrazione causa bancarotta.
- Erano sulla buona strada
La cosa che più lascia perplessi è che il settore Infortunistica della Polizia Stradale (che di incidenti più o meno gravi ne vede tutti i giorni) aveva eseguito alcuni test nel 2009, che avevano permesso di individuare le caratteristiche del materiale da usare per le barriere: “poliuretano polietere resistente all’idrolisi e stabilizzato u.v.”, cioè plastica resistente all’acqua e al sole. I test avevano anche evidenziato che questo tipo di barriere, “incollate” al guard-rail, avrebbe potuto proteggere il motociclista anche dal taglio in verticale. Invece, non si sa bene perché, il Comune fece fare altri test con materiale plastico rigenerato da pneumatici esausti, diversamente da quanto indicato dalla POLSTRADA, e i risultanti furono a dir poco scoraggianti, al punto che venne bloccata l’idea di rivestire i guardrail. E così, invece di una spesa stimata, nel 2009, in 450 mila euro per 18 km di strada (ulteriormente riducibili se si prendono in considerazione gli accorgimenti che abbiamo segnalato), ora si pensa di rifare tutta la strada, o in alternativa di usare il Tutor come dissuasore… e chi se ne importa se altri motociclisti nel frattempo rischiano di rimanere invalidi per tutta la vita.
- Forse costano meno le sedie a rotelle, le protesi o i funerali?
Si parla di costi elevati? Bene. Allora forse non si sta tenendo conto di quali possano essere i guadagni della messa in sicurezza della strada che – di fatto – è un investimento. Il risparmio in termini di costi sociali compenserebbe la spesa. Noi siamo certi che anche un solo braccio salvato dalla tagliente morsa di un guardrail possa valere tutto il milione di euro necessario per le modifiche.
La salute di anche solo un (uno) cittadino dovrebbe essere la priorità di un amministrazione locale. Immaginiamo il costo sociale e morale che può avere la morte di un cittadino. Per non parlare di quanto “costa” vivere (e far vivere) sulla sedia a rotelle o con protesi. Sì, perché i guardrail tagliano gambe e braccia ai motociclisti più fortunati, gli altri perdono la testa (vengono decapitati).
- Scetticismo
Leggendo le parole del sindaco di Genova, inizialmente avevamo pensato a una provocazione. Si credeva che una frase del genere fosse stata pronunciata per far notare che le amministrazioni comunali non hanno a disposizione abbastanza soldi per far fronte a questo genere di interventi, oppure che le aziende fornitrici dei dispositivi giocassero al rialzo sul prezzo (pare anzi che facciano il contrario).
Invece No. Quando si parla di “scetticismo” il discorso prende un’altra piega. E i motociclisti che leggono la prendono come una presa per il c…ollo. Perché scetticismo? Cosa non convince di queste barriere salva motociclisti? In quale parte di “salvare la vita” risiede la scintilla dello scetticismo di Marta Vincenzi?
Forse nessuno dei suoi cari è motociclista. Forse non conosce bene l’argomento e le sanguinose (in tutti i sensi) battaglie che nel tempo sono state fatte per combattere il problema dei guardrail assassini (come quelle dell’Associazione Motociclisti Incolumi
). Alcuni commentatori ci fanno sapere il loro “crudo” (ma condivisibile) parere. Dicono che l’unico modo di far capire a certi amministratori quanto grave può essere la situazione sia aspettare che capiti a un loro parente o amico. No, non vorremmo che accada. Ma se intanto il sindaco si prendesse la briga di contattare qualche mamma, moglie, sorella o figlio che hanno perso il congiunto (o un braccio) a causa dei guardrail, forse inizierebbe a diradarsi lo scetticismo.
Signora Sindaco, si faccia sentire e ci dia una risposta: si meriti questa “S” maiuscola.