Cerchiamo di capire come proteggerci e godere della nostra cavalcatura al cospetto della bestia nera di ogni motociclista…. La pioggiaDiciamocelo francamente: gli appassionati del Bel Paese odiano guidare sotto l’acqua a differenza dei “colleghi” nordici. La prima banale motivazione risiede nel clima cosiddetto mediterraneo che garantisce allo “stivale” temperature miti e molte giornate baciate dal […]
Cerchiamo di capire come proteggerci e godere della nostra cavalcatura al cospetto della bestia nera di ogni motociclista…. La pioggia
Diciamocelo francamente: gli appassionati del Bel Paese odiano guidare sotto l’acqua a differenza dei “colleghi” nordici. La prima banale motivazione risiede nel clima cosiddetto mediterraneo che garantisce allo “stivale” temperature miti e molte giornate baciate dal sole ; chi assicura il proprio mezzo per un periodo più limitato dell’anno solare sa di poter contare almeno su un bimestre di pieghe in sicurezza che potrebbero soddisfare la sua voglia di due ruote.
- Cambia il tempo? Cambiamo anche noi
In secondo luogo troviamo una diffusa paura per l’esposizione della nostra “amata” agli elementi: banali scivolate, sporcizia e guai elettrici sono incubi che si proiettano nella mente bloccando qualsiasi desiderio di scorribande con amici al seguito. Ciò detto non possiamo non considerare quanto in Italia oramai piova sempre più spesso e questo ci impone di trattare l’argomento con il gradito soccorso delle moderne tecnologie; oggi possiamo muoverci in situazioni critiche con margini di sicurezza e comfort impensabili 20 anni fa. Leggete quanto segue , vi sentirete più tranquilli al prossimo giro in montagna.
- Moto “stradale” significa “fatta per andare su strada”, teniamolo sempre a mente
Molti di noi sono dediti ad una cura quasi maniacale della propria motocicletta e sono pertanto terrorizzati ad uscire dal garage se giove pluvio decide di arrabbiarsi. A tal proposito bisogna considerare che tutte le Case produttrici svolgono test di resistenza di tutte le componenti alle intemperie; questi complementi sono dunque di moderna fattura e capaci di resistere ben oltre la nostra immaginazione; a meno che non decidiate di affrontare una grandinata a misura di pesca noce o gettarvi in un torrente non avete motivo di temere. Se dopo un acquazzone vi chiedete come avete fatto a non cadere sappiate che il merito non è soltanto vostro ma anche del “pacchetto moto”. Le ciclistiche stradali sono studiate per avvertire il pilota con larghissimo anticipo, non vi ritroverete mai telai troppo rigidi o sospensioni troppo frenate e anche qualora queste risultassero eccessivamente “chiuse” potete agire sui registri. Togliete un po’ di precarico, controllate la pressione delle gomme e sentirete il tutto più “rain- friendly”.
Parlando di quest’ultime dovete e potete considerarle delle vere e proprie “salvavita”; i moderni pneumatici sono in grado di offrire grip e drenaggio sufficienti quando la situazione si fa inclemente. Molti tester professionisti rimangono basiti dalle prestazioni delle moderne coperture stradali in condizioni di bagnato, tenetelo a mente.
- Come vestirsi? il concetto di “cipolla”
In questi casi è utile spendere nei completi multi-strato: con questa tipologia di capo disporrete di una parte traspirante che nel contempo mantiene il calore corporeo mentre la parte più esterna è totalmente idrorepellente; in questo modo vi basterà indossare solo una sottile maglia termica e siete a posto. Se proprio non volete rinunciare alla tuta integrale evitate le traforate, indossate un intimo “tecnico” ( come quelli da sci per esempio) e portatevi una tuta antipioggia da tenere nel sottosella. Inutile dire che lo scaldacollo , gli stivali waterproof e l’inserto anti-fog per la visiera costituiscono il naturale completamento di questo outfit.
- L’approccio mentale: meno gas più relax
In moto la regola è : “ entra piano ed esci veloce ” Tutto questo vale ancora di più quando il fondo è viscido; bisogna anzitutto rilassarsi ed evitare ogni genere di paura perché questa si traduce in un irrigidimento dei muscoli che impedisce di avere la giusta sensibilità sui comandi. Partite dal presupposto di avere meno cavalli a disposizione da scaricare quindi concentratevi sulla precisione delle traiettorie e quasi dimenticatevi del gas che insieme agli altri comandi deve essere dato poco e in maniera costante (niente stop&go). In questo senso privilegiate il rapporto con la frizione e col freno motore; il freno meccanico anteriore serve quando l’arresto del mezzo richiede un certo impegno. Imparate a sfruttare tutta la corsia disponibile e cercate le traiettorie con gli occhi; con molta probabilità vi renderete conto della fluidità raggiunta nonchè dell’inutilità di molte manovre che generalmente eseguite sull’asciutto. Nessuno ha detto che è facile ma aggiungerete un tassello importante al vostro bagaglio tecnico.
(di Marcello Pieri)