Tassa di possesso per moto storiche: la FIM non ci sta e chiede un ripensamento

Tassa di possesso per moto storiche: la FIM non ci sta e chiede un ripensamento

Da più parti si solleva unanime il coro contro la norma che vorrebbe il ripristino della tassa di possesso anche per le due ruote di interesse storico. La FIM promette battaglia.In una nota, la Federazione Motociclistica Italiana chiede, al Parlamento ed al Governo, di rivedere le posizioni inerenti alla norma inserita nel pacchetto della Legge […]

21 Ottobre 2014 - 00:00

Da più parti si solleva unanime il coro contro la norma che vorrebbe il ripristino della tassa di possesso anche per le due ruote di interesse storico. La FIM promette battaglia.
In una nota, la Federazione Motociclistica Italiana chiede, al Parlamento ed al Governo, di rivedere le posizioni inerenti alla norma inserita nel pacchetto della Legge di Stabilità, che reintrodurebbe il pagamento della tassa di possesso in misura intera per le moto di interesse storico, quelle moto cioè con più di vent’anni di immatricolazione ed iscritte al registro ASI.more

Di seguito riportiamo il documento rilasciato dalla FIM

La bozza della Legge di Stabilità elaborata dal Governo che sta arrivando in Parlamento, porta con sé la reintroduzione della tassa di proprietà per i mezzi che hanno compiuto venti anni ma non ancora trenta.

Come è noto, tale tassa era stata abolita nel 2000 dalla Legge 342 per tutti i veicoli che avessero compiuto 30 anni e per una rosa di mezzi che ne avessero compiuti venti (ma non ancora trenta), individuata da ASI e, per le moto, anche dalla Federazione Motociclistica Italiana.

Le novità di questi giorni rischiano di distruggere in un solo colpo tanti anni di lavoro, volti alla conservazione di mezzi che altrimenti sarebbero stati destinati alla demolizione, attraverso l’incentivazione costituita dall’abolizione di tasse di possesso spesso molto onerose.

Con questo spirito la FMI ha lavorato stilando il proprio elenco di modelli in tutti questi anni, senza peraltro vincolare il loro riconoscimento all’iscrizione al proprio Registro Storico.

Oggi, forse, con l’abolizione di questa “attenzione” nei confronti delle care vecchie storiche, lo Stato pensa di poter guadagnare e far guadagnare alle regioni chissà quali cifre finora non versate dai contribuenti per il possesso di auto e moto, ma non è così perché tanti dei mezzi finora conservati finiranno alla demolizione.

Per questo FMI è in attesa, nelle prossime ore, del testo ufficiale del Disegno di Legge, che attende l’approvazione della Presidenza della Repubblica e dell’Unione Europea, per poi richiedere al Parlamento e al Governo di rivedere le proprie posizioni impegnandosi diversamente per un comparto, quello motoristico storico e d’epoca, che rappresenta una parte importantissima della nostra storia e della nostra cultura.

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