Airbag moto: il futuro è sulla testa

Airbag moto: il futuro è sulla testa

Ormai collaudata, anche se al momento poco diffusa per via dei costi ancora non accessibili ai più, l’airbag per motociclisti è da tempo una realtà. Utilizzata dai piloti in gara, ed implementata da qualche tempo anche sui capi tecnici più diffusi per i motociclisti, è il sistema di protezione più avanzato oggi disponibile per la […]

12 Ottobre 2016 - 00:00

Ormai collaudata, anche se al momento poco diffusa per via dei costi ancora non accessibili ai più, l’airbag per motociclisti è da tempo una realtà. Utilizzata dai piloti in gara, ed implementata da qualche tempo anche sui capi tecnici più diffusi per i motociclisti, è il sistema di protezione più avanzato oggi disponibile per la salvaguardia dell’incolumità fisica per gli utenti delle due ruote su strada.

Da questo cocnetto nasce, da una ricerca nata nell’università americana di Stanford, quello che potrebbe dare un ulteriore importante contributo alla riduzione degli incidenti stradali che vedono coinvolti ciclisti e autoveicoli.more

  • L’AIRBAG IN TESTA

Grazie allo sviluppo realizzato dal bioingegnere David Camarillo e dal suo team una delle categorie degli utenti della strada più debole, assieme ai pedoni, potrebbe infatti avvalersi di una inedita tipologia di casco gonfiabile, una via di mezzo tra l’air bag e l’elmetto per ciclisti.

Il dispositivo del bioingegnere Camarillo rappresenta una importante evoluzione rispetto al casco air-bag già realizzato e presentato un paio di anni fa dall’azienda svedese Hoevding. Secondo i dati sperimentali pubblicati su fascicolo di settembre degli Annals of Biomedical Engineering, l’elmetto messo a punto a Stanford è in grado di migliorare di 6 volte la capacità di assorbire le decelerazioni di un normale casco da ciclisti, con evidenti vantaggi in tutti gli incidenti e soprattutto in quelli che coinvolgono auto e biciclette.

Il casco gonfiabile viene normalmente alloggiato in un collare che può essere inserito in un gilet o in una giacca e si espande in pochi millisecondi, con un sistema analogo a quello degli air-bag, andando a coprire completamente testa e collo, una sorta di ‘sacco’ protettivo che può essere determinante per salvare la vita del ciclista.

Fonte|ANSA

Commenta con la tua opinione

X