Mappature della moto: analizziamo i pro ed i contro

Mappature della moto: analizziamo i pro ed i contro

 Cosa sono, come funzionano e soprattutto  servono davvero o sono solo un gioco di marketing? Vediamole nel dettaglio facendo attenzione alla “Rain”, spesso presentata come  ricetta miracolosa per maggiore sicurezza. E’ sempre indispensabile?  L’elettronica delle moto è una componente fondamentale alla pari del motore, dei freni e di tutto il resto e deve essere studiata […]

31 Gennaio 2017 - 00:00

 Cosa sono, come funzionano e soprattutto  servono davvero o sono solo un gioco di marketing? Vediamole nel dettaglio facendo attenzione alla “Rain”, spesso presentata come  ricetta miracolosa per maggiore sicurezza. E’ sempre indispensabile? 

L’elettronica delle moto è una componente fondamentale alla pari del motore, dei freni e di tutto il resto e deve essere studiata per amplificare il piacere di guida. In questo senso le mappature fanno il loro lavoro alla grande, allargando il campo di utilizzo della moto, da una guida sportiva esasperata alla morbidezza indispensabile per guidare su strada bagnata.

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  • Il Ride by Wire

La moto del passato aveva il cavetto dell’accelleratore che, agendo direttamente sulla valvola a farfalla, comandava al motore di salire di giri. Quando la tecnologia ha iniziato a gestire la moto, la prima cosa era interrompere questo comando meccanico. Per farlo venne introdotto il Ride By Wire, cioè un sistema che trasforma in un file la posizione dell’accelleratore, per elaborarlo insieme agli altri file provenienti dai vari sensori. Alla fine la centralina elettronica (la CPU), comanderà al motore cosa fare. Nelle moto con RbW, in pratica, il concetto motociclistico si ribalta. Il computer governa la moto e vede  il motore come una specie di periferica, quasi come una stampante.

  • Le mappature

Una volta che la CPU poteva intromettersi liberamente, fu semplice programmarla con software attivabili a piacere per cambiare la reazione della moto alla nostra richiesta di potenza. Oggi le mappature più diffuse sono tre (ed ogni casa le chiama a modo suo): Sport, che amplifica la rotazione dell’accelleratore per una risposta del motore pronta ed aggressiva. Normal, che risponde con accellerazioni meno violente e Rain che, oltre ad addolcire ancora di più per evitare improvvise derapate su fondi scivolosi, solitamente taglia le prestazioni di un 20 – 25%.

  • Ma cosa sono?

La prima moto di serie con mappature multiple fu la Benelli TNT1130, una motona aggressiva che grazie ad un pulsantino magico, riduceva potenza e coppia “per la guida in città”. La mappatura è l’insieme dei dati necessari per il funzionamento del motore. Uno schema in base al quale la CPU interpreta temperatura, pressione atmosferica, accelleratore ed altri parametri che dipendono da quanto sono sofisticati i sistemi di bordo, per modificare carburazione, iniezione ed accensione per trasformare i numeri in prestazioni, o in sicurezza. In ogni centralina è possibile istallare numerosi schemi ed in alcuni casi fare in modo che uno specialista possa programmarne di suoi (ma non è strettamente legale).

  • La Rain

Se ogni motore è progettato per erogare un certo numero di CV, l’elettronica non può aumentarli ma solo dimuirli. Un’opportunità per addomesticare violente moto da corsa fino a farle accellerare in sicurezza su fondi viscidi e con poco grip. Il business ormai dilaga, con mappe di serie, programmabili, mappature optional da pagare a caro prezzo e come abbiamo detto, addirittura software indipendenti per modificare da soli i parametri,  ma se l’utilità delle mappe multiple sulle moto più potenti è innegabile, sulle entry level meno dotate sembra anche un accessorio imposto dalla moda.

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