DB Killer Moto: le linee guida 2023 di ANCMA e ACEM

DB Killer Moto: le linee guida 2023 di ANCMA e ACEM

La rimozione del dB Killer dai silenziatori moto aftermarket sarà più difficile: ecco cosa cambia con le linee guida 2023 ANCMA e ACEM

1 Giugno 2023 - 10:00

I produttori di silenziatori moto aftermarket hanno preso seriamente la diffusa pratica della rimozione del dB Killer spesso conseguente al montaggio di parti non originali per personalizzare le moto. Le linee guida sul dB Killer 2023 sono state definite da ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori), ACEM (Associazione Europea dei Costruttori di Motocicli e IMMA (Associazione Internazionale dei Costruttori di Motocicli).

TOGLIERE IL DB KILLER: UN FRENO ALLE MODIFICHE AFTERMARKET

Un comunicato congiunto spiega che l’iniziativa di definire delle comuni e chiare linee guida sul fissaggio del dB Killer sui silenziatori delle moto, nasce per “evitare interpretazioni divergenti e non efficaci delle norme antimanomissione dei silenziatori di scarico (Regolamento UN 92, ndr)” che spesso facilitano “la rimozione selvaggia del dB-killer dal silenziatore”. E’ considerevole il fatto che l’iniziativa sia nata dalle associazioni che rappresentano i produttori e non da chi legifera e controlla (Ministero dei Trasporti, Motorizzazione, etc.). La redazione delle linee guida tecniche è stata infatti sostenuta dalle principali aziende del settore (Akrapovic, Arrow, Giannelli, Lafranconi, LeoVince, MIVV e SC project). “Grazie al contributo delle associazioni nazionali di categoria, si pone ora l’obiettivo di sensibilizzare motociclisti, autorità e gli altri produttori di sistemi di scarico”.

COSA CAMBIA CON LE LINEE GUIDA ANTI RIMOZIONE DEL DB KILLER DALLE MOTO

Le linee guida sul dB Killer 2023 non servono solo ad impedire la facile rimozione del “cono anti-rumore” ma chiariscono anche i requisiti tecnici delle soluzioni di fissaggio dei deflettori silenziatori (più noti come dB-killer o nel gergo tecnico anche “Baffle”) per garantirne la robustezza. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta:

  • I sistemi di scarico sostitutivi non originali o i suoi componenti devono essere costruiti in modo da non consentire la rimozione di deflettori (dB Killer), coni di uscita e altre parti la cui funzione primaria è collegata alle camere di silenziamento/espansione. Qualora l’incorporazione di tale parte sia inevitabile, il suo metodo di fissaggio deve essere tale da non consentirne la rimozione facilitata (ad esempio con filettature tradizionali) e in modo tale che la rimozione provochi danni permanenti/irreversibili al gruppo.
  • Per essere a prova di manomissione, i produttori di silenziatori dovrebbero optare per sistemi di fissaggio permanente del dB Killer tramite incollaggio, saldatura o collegamento In questa ipotesi sono consigliati rivetti o bulloni con testa a strappo in acciaio inossidabile.
  • Le parti puramente estetiche che si applicano al terminale, come i cappucci deflettori accessori, possono essere fissati con filettature tradizionali, se non hanno una funzione primaria collegata al silenziatore;
  • È scelta e responsabilità del produttore assicurarsi che la saldatura del dB Killer copra un perimetro sufficiente del bordo esterno del deflettore per evitare facili rimozioni.
  • Viti e altri fissaggi filettati possono essere utilizzati come metodo secondario per fissare il deflettore allo scarico o come un’alternativa alla saldatura. Se la saldatura non è tecnicamente possibile a causa dei diversi materiali utilizzati, deve essere applicata resina epossidica o materiali simili in aggiunta al fissaggio filettato.

RIMOZIONE DB KILLER MOTO: IL COMMENTO DI ACEM E ANCMA

“Oggi sono ancora presenti sul mercato silenziatori omologati con deflettori troppo facilmente rimovibili o dB-Killer, che possono provocare livelli di rumore inaccettabili. Proponendo soluzioni all’avanguardia, le linee guida aiuteranno le autorità di omologazione a raggiungere una valutazione più armonizzata della conformità alle norme antimanomissione dei silenziatori di scarico”, ha dichiarato Antonio Perlot, segretario generale di ACEM. Lo segue a ruota Paolo Magri, presidente di ANCMA che ha affermato “nell’impegno responsabile e corale dei nostri associati e dell’industria di riferimento c’è molto del know-how e dell’eccellenza produttiva italiana. Siamo di fronte ad un segnale concreto che, oltre a recepire e interpretare in modo corretto la normativa, va anche nella direzione di tutelare la qualità di questo settore e di superare alcuni pregiudizi legati ai motocicli. E poi costituisce un messaggio molto chiaro anche per gli appassionati e i produttori di scarichi che potenzialmente si potrebbero porre fuori dal contesto normativo”.

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