Autostrade per l’Italia e i motociclisti: un rapporto difficile

Autostrade per l’Italia e i motociclisti: un rapporto difficile

La società Autostrade per l’Italia è tra le principali in Europa, ma i trattamenti riservati alle due ruote non sono da guinnessLa tragedia del ponte Morandi di Genova ha prodotto 43 vittime. La causa pare sia la manutenzione da parte della società autostradale italiana. Vittime su due ruote non ce ne sono state per fortuna, […]

4 Settembre 2018 - 00:00

La società Autostrade per l’Italia è tra le principali in Europa, ma i trattamenti riservati alle due ruote non sono da guinness
La tragedia del ponte Morandi di Genova ha prodotto 43 vittime. La causa pare sia la manutenzione da parte della società autostradale italiana. Vittime su due ruote non ce ne sono state per fortuna, ma questo tragico evento ha destato preoccupazioni nei motociclisti, i quali non hanno quasi tutela sulle tratte autostradali, come invece accade in altri paesi europei

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  • Chi sono

Nata all’inizio degli anni ‘50, la rete di Autostrade per L’Italia è una delle più estese reti autostradali europee a pedaggio: con 3.020 km di rete e 217 Aree di Servizio, serve 15 regioni e 60 province italiane e ha la funzione di assicurare un’efficace articolazione territoriale e un indispensabile servizio alla mobilità presso le maggiori aree metropolitane. Ma osservando la mappa autostradale italiana possiamo notare come la capillarità territoriale delle strade sia molto più intensa nel nord Italia che non nel sud, dove per arrivare in determinate località, le strade da affrontare diventano di ardua percorrenza e molto pericolose. Un aggiornamento, quello dell’ampliamento della rete anche nel Sud, che noi di SicurMOTO pensiamo potrebbe essere veramente apprezzato.

  • I pedaggi unificati

Dopo anni di lotta per l’eguaglianza molti popoli ce l’hanno fatta a raggiungere la parità di diritti. La società autostradale italiana ha preso troppo alla lettera questa situazione, non facendo distinzione se si guida un suv, una monovolume, un crossover, un furgone, una supersportiva o una moto, il prezzo è sempre lo stesso. Con la campagna partita nel 2016, “Metà ruote, Metà pedaggio”, promossa anche dai colleghi di Motociclismo, fu riservato uno sconto a noi motociclisti del 30% sul pedaggio, ma il tranello si celava dietro l’angolo. L’unico modo per poterne usufruire era stipulare un abbonamento telepass, con i relativi costi. La cosa però non conveniva a molti pendolari e la situazione naufragò. Per un ulteriore approfondimento vi rimandiamo a due nostri articoli sull’argomento: prima
e dopo.

  • Italia Vs Europa

Noi motociclisti ci lamentiamo per i pedaggi in Italia, ma quanto pagano nel resto d’Europa? In Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Gran Bretagna, Lettonia, Lituania, Norvegia, Olanda e Svezia le moto non pagano, mentre in Austria, Francia e Slovenia i pedaggi sono differenziati e dimezzati. Oltre all’Italia solo Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna, Svizzera e Ungheria hanno pedaggio unico ma attenzione: lì le tariffe sono per abbonamento e sono bassissime, quasi simboliche. Una prima considerazione che salta all’occhio è che i servizi autostradali presenti in Italia non sono minimamente adeguati alla realtà europea di tutela anche economica del motociclista.

 

  • I sistemi di controllo

La rete autostradale italiana vanta ben 4500 telecamere, più di 1 per km, per il controllo e la sicurezza. I sistemi per il controllo della velocità presenti, sono di 3 tipi: Autovelox, Tutor, Vergilius. L’Autovelox misura la velocità istantanea al momento del passaggio davanti alla fotocellula posta ai bordi della carregiata; il Tutor oltre a poter svolgere la funzione di autovelox, rileva la velocità media del mezzo in un tratto di strada compreso tra due stazioni di rilevamento; il sistema Vergilius è l’evoluzione del Tutor, invece di registrare la velocità tra due stazioni rileva la velocità di ogni mezzo che entra ed esce da un determinato tratto di strada, scattando anche la relativa foto.

  • Il problema guardrail per i motociclisti

I guardrail presenti sulla tratta autostradale italiana in termini di sicurezza stradale, soprattutto per noi motociclisti, non sono il massimo. C’è chi li ha definiti “assassini”, altri le “nuove ghigliottine” per via delle vittime che hanno mietuto e degli arti amputati a noi poveri viaggiatori su 2 ruote. Le barriere in lamiera che delimitano la carreggiata sono pensate per trattenere le automobili ma non per assorbire l’urto del corpo di un motociclista. Un paradosso dove le protezioni possono produrre situazioni drammatiche a causa dei bordi taglienti che in molti casi finiscono per ferire i malcapitati che rischiano di tagliarsi un braccio o una gamba, o nei casi più estremi, la testa.

  • La soluzione c’è

La soluzione è stata brevettata dall’Anas che ha ideato una fascia di protezione da installare nella parte inferiore del guardrail in modo da eliminare lo spazio tra l’asfalto e la lama, impedendo l’impatto contro i paletti e, nello stesso tempo, assorbendo, con il suo deformamento, l’eventuale urto. Una soluzione che non ha un grosso impatto economico considerando che un guardrail standard costa 150 euro al metro mentre per la soluzione con le protezioni per i motociclisti si va dai 30 ai 60 euro in più. Un prezzo in più che non si sa se la società autostradale italiana potrebbe essere disposta a pagare per salvaguardare di più noi motociclisti.

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