Come va il settore delle moto in Italia? Vendite ok ma ci sono pochi parcheggi e la sicurezza non sembra una priorità. I dati del report ANCMA 2023
Il mercato delle moto in Italia va bene, con numeri in crescita sia per quanto riguarda le vendite che i veicoli circolanti. Permangono però delle criticità in tema di parcheggi e accesso alle corsie riservate. E per troppi Comuni la sicurezza delle moto non è una priorità. Sono questi alcuni numeri che emergono dal 7° rapporto dell’Osservatorio Focus2R, la ricerca promossa da Confindustria ANCMA con Legambiente sulla mobilità a due ruote nel nostro Paese (bici, e-bike. monopattini elettrici e motociclette). In questa sede dedichiamo la nostra attenzione prevalentemente alle due ruote a motore: moto, scooter e ciclomotori.
MOTO IN ITALIA: VENDITE IN CRESCITA NEL 2022
Il totale di moto, scooter e ciclomotori 50 cc immatricolati nel 2022 è risultato pari a 291.661 unità, in crescita del +0,95% rispetto al già ottimo dato del 2021. Se il mercato delle auto è in picchiata quello delle moto resiste ancora molto bene. La media di motocicli ogni 100 abitanti è rimasta stabile: il dato di 13,53 relativo al 2021, l’ultimo disponibile, è però progressivamente aumentato nel corso degli anni se consideriamo che nel 2017 si registrava ancora una media di 12,5 motocicli ogni 100 abitanti. Imperia ha più di 30 moto ogni 100 abitanti, seguita dall’altra città ligure di Savona. Sotto media, invece, città importanti come Treviso, Udine e Taranto.
Riguardo le vendite di motoveicoli elettrici, nel 2022 sono stati venduti 23.383 mezzi (+ 59% rispetto al 2021), di cui 540 moto (+ 7,5%), 9.896 scooter (+ 57%), 5.904 ciclomotori (+ 53%) e 7.043 quadricicli (+74%). Un piccolo boom che ha sicuramente beneficiato degli incentivi statali, peraltro confermati anche nel 2023. Grazie agli incentivi si possono acquistare ottimi scooter e ciclomotori elettrici anche a meno di 2.000 euro.
MOTO IN ITALIA: SCOOTER SHARING
Buoni anche i numeri dello scooter sharing: nel 2021 sono saliti a 14 i Comuni (Benevento, Bergamo, Brescia, Firenze, Genova, Grosseto, La Spezia, Lecce, Milano, Pescara, Rimini, Roma, Taranto e Torino) che dichiarano di avere un servizio di sharing moto e scooter effettivamente funzionante, 5 in più rispetto al 2020. Nel dettaglio ci sono 4.407 mezzi noleggiabili a Milano, 600 a Firenze, 560 a Roma, 300 a Torino e 132 a Genova. Gli abbonati sono circa 290.000 a Milano, 138.227 a Firenze e e 12.612 a Torino.
MOTO E SCOOTER IN ITALIA: ACCESSIBILITÀ NELLE ZTL
Nelle città capoluogo di provincia che hanno partecipato all’indagine di ANCMA e Legambiente (94 su 106) l’accesso delle moto nelle Ztl è consentito, nel 55% dei casi, a tutte le tipologie di motorizzazioni (Euro 0, 1, 2, 3, 4, 5, elettrici), oppure è interdetto ai soli Euro 1 ed Euro 0 (13%). Nel 24% dei casi gli accessi sono consentiti soltanto ai residenti e/o autorizzati. Nel 70% delle medesime città l’accesso alle Ztl è gratuito, tuttavia nel 14% dei casi la gratuità è prevista solamente per i residenti o gli autorizzati.
Attenzione: il 9% delle amministrazioni ha già deliberato di introdurre nei prossimi anni eventuali nuove limitazioni alla circolazione nella Ztl per i veicoli a due ruote più inquinanti oppure obsoleti.
MOTO NELLE CITTÀ ITALIANE: DISPONIBILITÀ DEI PARCHEGGI
Non sempre c’è grande disponibilità di parcheggi per le moto. 7 città hanno dichiarato una disponibilità inferiore a 1 parcheggio ogni 1.000 abitanti, 40 città posseggono tra 1 e 15 parcheggi ogni 1.000 abitanti, 6 città hanno invece valori tra 15 e 40 parcheggi, sempre ogni 1.000 abitanti, mentre soltanto in 4 casi il valore è risultato superiore a 40. Firenze ha confermato di essere la città con la maggiore disponibilità pro capite: 94 stalli ogni 1.000 abitanti, seguita da Aosta (85 stalli), La Spezia e Imperia (5). Da notare che soltanto il 54% delle città ha risposto al sondaggio sul numero di parcheggi per moto e scooter.
MOTO IN ITALIA: ACCESSIBILITÀ ALLE CORSIE DEL TRASPORTO PUBBLICO
La possibilità per i veicoli a due ruote di accedere alle corsie riservate ai mezzi pubblici, fattore che aumenterebbe la sicurezza, è ancora limitata: l’accesso non è infatti permesso nell’89% delle città. Ma non solo: il trend è perfino in picchiata se consideriamo che rispetto al 2020 il numero di città in cui l’accesso è consentito in tutte o nella maggior parte delle corsie è diminuito da 8 a 3 (restano Taranto, Imperia e Venezia). L’accesso è invece consentito solo in alcune corsie a Bergamo, Como, Genova, Milano e Reggio Calabria, che rappresentano appena il 6% delle città.
MOTO E SCOOTER IN ITALIA: MISURE DI SICUREZZA
Riallacciandoci al discorso delle corsie riservate, le moto in Italia possono effettivamente circolare in sicurezza? Tralasciando i numeri su incidenti, morti e feriti che risentono ancora degli effetti della pandemia, occorre purtroppo sottolineare che rispetto al 2020 i Comuni che hanno deciso di puntare su soluzioni come guardrail dotati di specifiche protezioni a tutela dell’incolumità dei motociclisti in caso di impatto sono rimasti pressoché gli stessi: il 27% ha dichiarato di averli realizzati (erano il 28,5% del 2020) e un altro 26% di volerli ampliare o utilizzare in futuro (erano 25% nel 2020).
Come se non bastasse il miglioramento della sicurezza delle due ruote a motore nei due principali strumenti di pianificazione della mobilità urbana (PUM e PGTU) non è considerato una priorità dal 49% dei Comuni a cui si aggiunge un 18% che la indica come priorità bassa. Molto male qui.