Motociclista formato mezzo salvato. Ecco il nuovo detto per ricordare che la formazione da sola non basta per evitare gli incidenti in moto
Infrastrutture e mezzi più sicuri incidono positivamente sulla riduzione degli incidenti stradali in moto, ma quanto l’expertise e la formazione possono fare la differenza? Man mano che gli Stati migliorano la raccolta dei dati, la qualità e i metodi, ci sono maggiori opportunità di valutare l’efficacia di varie contromisure e strategie per migliorare la sicurezza dei motocicli. A fare la differenza è l’applicazione del Growth Mindset, ovvero la corrente di pensiero secondo cui tutti possono migliorare e crescere attraverso l’applicazione e l’esperienza. Cosa fare, dunque, se la formazione non basta? Come agire per creare una strategia di prevenzione efficace?
INCIDENTI IN MOTO: COME EVITARLI? LO STUDIO
Uno studio statunitense ha esplorato la relazione tra il livello di formazione dei motociclisti e l’efficacia riflessa sulla sicurezza stradale (diminuzione degli incidenti). In particolare ha indagato:
- Le caratteristiche dell’incidente, come il tipo di collisione, e i fattori che differiscono tra motociclisti formati e non;
- Il comportamento del motociclista, come velocità, guida aggressiva e/o sotto uso di sostanze;
- I tipi di sanzioni effettuati ai motociclisti;
- La gravità e il tipo della lesione in relazione al livello di formazione dei feriti.
I dati utili alla ricerca sono stati estrapolati dal database Maryland CODES. Pur presentando un possibile limite nell’accuratezza descrittiva dei verbali degli incidenti stradali, gli autori hanno riscontrato una differenza significativa nella distribuzione per età. I motociclisti più formati tendevano ad essere più giovani. Un dato, però, sembra paradossale. Una percentuale maggiore di motociclisti addestrati è stata arrestata per guida sotto l’effetto di alcol e/o droghe.
PIU’ FORMAZIONE, MENO INCIDENTI, MAGGIORI SANZIONI
Nel complesso, i motociclisti adeguatamente formati hanno avuto la percentuale più alta di sanzioni (46%), nello specifico, per eccesso di velocità (30%). Com’è possibile che una formazione più accurata possa portare ad un maggior numero di sanzioni? Quando noi ci imbattiamo in qualche nuovo compito da apprendere il nostro pensiero è lento, consapevole e razionale. Ogni nuovo passo va memorizzato e ricordato. Con la pratica, lo stesso pensiero diventa veloce, inconsapevole e intuitivo. Le azioni vengono immagazzinate nella memoria procedurale. Su strada, quest’ultimo diventa fondamentale in situazioni di emergenza. L’uomo deve riconoscere la situazione di pericolo e la decisione da prendere per sapere, ma soprattutto deve sapere (cosa) fare. Riprendendo una frase del pilota Del Giudice quando ci si mette al volante è importante ricordarsi di “Sapere ma non troppo, ne essere troppo sicuro di saperlo, perché l’errore non aspetta altro che la tua sicurezza ed è là che morde”.
INCIDENTI IN MOTO: QUANDO LA FORMAZIONE NON BASTA
A seguito di una buona formazione, gli errori più comuni sono la sopravvalutazione di sé (“a me non succederà”) e la sottovalutazione delle difficoltà (su una strada che percorriamo quotidianamente). Esiste, però, una differenza tra qualcuno che ha «experience», semplice esperienza, e chi invece è dotato di «expertise», ovvero è competente. Questo infatti, denota quel tipo di conoscenza che si ottiene quando le persone non solo provano, sbagliano e imparano ma cercano di sviluppare una strategia. L’individuo è parte attiva nel processo di apprendimento. Quindi, un risultato importante di questo studio è come dimostra il potenziale di utilizzare i dati sugli incidenti, le sanzioni e gli infortuni. Fondamentali per valutare la differenza fatta dalla formazione. Senza i dati, l’efficacia della formazione motociclistica come contromisura per ridurre gli incidenti continuerà a non essere chiara. La competenza è qualcosa da applicare. È conoscenza, contesto, saggezza. È diagnosi, risoluzione dei problemi e flessibilità.