Sicurezza delle moto: per il 42% dei Comuni non è una priorità

Sicurezza delle moto: per il 42% dei Comuni non è una priorità

Note dolenti per la sicurezza delle moto e dei motociclisti: per il 42% dei Comuni non è una priorità. I dati dell'Osservatorio Focus 2R di ANCMA e Legambiente

29 Gennaio 2024 - 17:00

La mobilità urbana su bici e moto è migliorata sotto molto aspetti, anche se persistono delle criticità che non tutti si stanno affrettando a risolvere: ad esempio, e questo secondo noi è un dato molto significativo, per il 42% dei Comuni italiani la sicurezza delle moto non è una priorità e per un altro consistente 21% ha priorità bassa. È uno dei tanti dati emersi dall’ottava edizione del rapporto dell’Osservatorio Focus2R promosso da Confindustria ANCMA e Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia, che fotografa le politiche locali in favore di ciclisti e motociclisti.

BICI E MOTO: I NUMERI DELL’OSSERVATORIO 2023 DI ANCMA E LEGAMBIENTE

Il report si basa sul questionario 2023 dedicato a mobilità e infrastrutture per biciclette e motocicli a cui hanno risposto 99 su 106 Comuni capoluogo di provincia in Italia, con dati aggiornati al 2022. Per un altro Comune sono stati usati i dati dell’edizione 2022 e per ulteriori due quelli del 2021. Invece per Caltanissetta, Cosenza, Matera e, purtroppo, Roma non erano disponibili dati recenti e pertanto sono state escluse dal report.

In linea generale, il report di ANCMA e Legambiente conferma la crescita degli spostamenti privati su bici e moto in Italia, in particolare quelli con i motocicli, che passano dal 2,6% del 2019 al 4,1% del 2022. Nel contempo le amministrazioni comunali continuano rispondere e a pianificare, sebbene con intensità e qualità d’intervento differenti e discontinue. Aumentano così la disponibilità media di piste ciclabili, parcheggi per le bici e soluzioni di bike sharing, e nascono nuove forme di incentivi per l’utilizzo di Cargo Bike nella gestione della logistica di ultimo miglio. Viceversa continua a essere troppo limitato l’accesso dei veicoli a due ruote alle corsie riservate e si sviluppano più lentamente le opportunità di scooter sharing rispetto a quelle dedicate alla bici.

In più, come già anticipato, l’incremento della sicurezza dei motociclisti è ancora lontano da essere un punto essenziale negli strumenti di pianificazioni della mobilità urbana, e rimane pressoché invariato il numero delle città (solo il 28%) che puntano su soluzioni come guardrail a tutela dell’incolumità dei motociclisti in caso di impatto. Resta per fortuna consistente e importante il numero dei municipi che, a differenza di ciò che accade per i motociclisti, considerano il miglioramento della sicurezza dei ciclisti una priorità.

BICI: SHARING IN AUMENTO, DISPONIBILI QUASI 39 MILA MEZZI

Per quanto riguarda nello specifico le bici, dal report arrivano conferme interessanti per quanto riguarda il numero di Comuni che continuano a consentire il trasporto di biciclette sui mezzi pubblici: in particolare quattro città (Imperia, Latina, Trieste e Perugia) hanno deliberato di estendere o introdurre questa opportunità. Sale significativamente l’impegno per la creazione di nuovi stalli: ben 27 amministrazioni hanno adottato provvedimenti per la realizzazione di nuovi parcheggi per le biciclette nei prossimi tre anni, che corrispondono a un aumento di circa 4.000 stalli complessivi. Il numero di Comuni che hanno allestito postazioni di interscambio bici in tutte o almeno in una stazione ferroviaria è in discreto aumento rispetto all’anno precedente (dal 77% del 2021 all’82,8% del 2022) ma in netto miglioramento se guardiamo il dato del 2015 fermo al 70%.

sicurezza delle moto

Crescono le opportunità di bike sharing (+5,4% per la pedalata muscolare, +13,1% a pedalata assistita), soprattutto a stazione fissa, dove la disponibilità complessiva di bici supera i 13.000 pezzi. Oltre 25.000 sono invece le bici in modalità free flow, soluzione che è tuttavia cresciuta con minore intensità (+1,3%). In questo ambito spiccano, in ordine, le città di Firenze, Milano, Bologna e Brescia per numero di prelievi ogni 1.000 abitanti (oltre 3.000, con punte di più di 5.000 per il capoluogo toscano).

Complessivamente la crescente popolarità dei servizi di sharing emerge anche dall’aumento nel numero complessivo di prelievi, che registrano un aumento del +56% dal 2021 al 2022.

La disponibilità media di piste ciclabili sale anche nel 2022 e raggiunge 10,49 metri equivalenti ogni 100 abitanti (era 9,86 metri nel 2021, ben +46% rispetto al 2015). La miglior città capoluogo di provincia è Mantova con 41,22 metri ogni 100 abitanti, la peggiore Vibo Valentia con 0,12.

Bene il tema della sicurezza: per il 29% dei Comuni migliorare quella dei ciclisti è una priorità molto alta, per il 30% alta. Dal 26% viene classificata come medio-bassa, mentre solo il 15% non considera ancora questo tema una priorità negli strumenti di programmazione.

MOTO: COMUNI POCO SENSIBILI ALLE ESIGENZE DEI MOTOCICLISTI

Con riferimento alle moto, nel 2022 hanno circolato in media nei capoluoghi italiani 14,42 motociclette ogni 100 abitanti (erano 13,53 nel 2021 e 13,38 nel 2015). Per densità di moto e scooter spiccano le province liguri di Imperia e Savona con circa 30 motocicli ogni 100 abitanti, seguono poi con più di 20 motocicli Pesaro, Rimini, Trieste, Agrigento e La Spezia. Ultima Foggia con 6,1 motocicli ogni 100 abitanti.

Come preannunciato, la possibilità per i veicoli a due ruote di accedere alle corsie riservate ai mezzi pubblici è ancora limitata: il transito non è infatti permesso nell’88,2% delle città. Tuttavia migliora la disponibilità di parcheggi dedicati: nel corso del 2022 sono infatti 10 i Comuni che hanno deliberato la realizzazione di nuovi stalli per i veicoli motorizzati a due ruote, che porterebbero a oltre 480 i nuovi posti disponibili. In questo ambito Firenze si conferma la città con la maggiore disponibilità pro capite (96 stalli ogni 1.000 abitanti) seguita da Aosta e Imperia, ma ben 34 città non raggiungono ancora 5 stalli ogni 1.000 abitanti e solo in quattro casi il valore è superiore a 40.

A proposito della mobilità condivisa, lo sviluppo è ancora in ritardo rispetto alla crescita di quello dedicato alle biciclette, anche se nel 2022 lo sharing di moto e scooter elettrici è disponibile in 13 Comuni, 5 in più rispetto al 2020 e 10 in più rispetto al 2015. A questo si aggiunge che nel corso dell’anno 17 Comuni hanno deliberato o previsto nuovi bandi per la condivisione dei veicoli, sia per rinnovare servizi esistenti che per individuare nuovi operatori.

Infine, nota dolente, il miglioramento della sicurezza delle moto nei due principali strumenti di pianificazione della mobilità urbana (PUM e PGTU) non è considerata ancora una priorità dal 42% dei Comuni, a cui si aggiunge un 21% che la indica come priorità bassa. La tendenza complessiva è tuttavia in leggero miglioramento rispetto al 2021: lo scorso anno solo l’8% dei Comuni indicava priorità molto alta, mentre quest’anno il dato è salito per lo meno al 10%.

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